Si è avvalso della facoltà di non rispondere, nell’interrogatorio di garanzia di ieri mattina in carcere a Novara, Stefano Emilio Garini, il 62enne di Milano accusato di avere ucciso la madre Liliana Anagni, 89 anni, le cui ossa erano state ritrovate nell’ottobre del 2022 in riva al Ticino a San Martino di Trecate. Il suo avvocato, Emanuele Giuseppe De Mitri, ha dichiarato di essere propenso a valutare l’eventualità di presentare direttamente ricorso al Tribunale del riesame in merito alla custodia cautelare in carcere, notificata venerdì mattina al suo assistito.
L’uomo, il 5 maggio 2022 aveva fatto celebrare un funerale senza feretro alla parrocchia del quartiere Barona di Milano e aveva fatto stampare i manifesti funebri in memoria della madre, anziana e disabile: secondo i carabinieri l’avrebbe prima uccisa e poi fatta a pezzi, abbandonando i resti al parco del Ticino.
Quando era stato interrogato la prima volta, il 23 ottobre 2022, Garini aveva fornito ai pm una versione che non ha convinto: aveva raccontato di aver portato la madre, costretta in sedia a rotelle, da Milano a fare un giro al parco del Ticino, in una zona impervia e che a un certo punto la donna aveva manifestato la necessità di andare in bagno. Così, a suo dire, l’avrebbe aiutata a fare i bisogni lungo il fiume.