Sarà una giornata di disagi, i camici bianchi protestano per 24 ore il mancato rinnovo del contratto fermo da ben otto anni e per lo stato di assoluta precarietà in cui si trovano molti giovani colleghi
MAGENTA – Sospensione di 40.000 interventi chirurgici e centinaia di migliaia di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche. Nonché blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti. Saranno gli effetti, secondo i sindacati, dello sciopero dei medici, veterinari e dirigenti sanitari del Servizio sanitario nazionale indetto per il martedì 12 dicembre. Sarà una giornata particolarmente complessa quella di domani per il mondo della Sanità. La mobilitazione coinvolgerà anche l’Ospedale ‘Fornaroli’ di Magenta, oltre a tutti gli altri presidi della ASST Ovest Milanese. Su Magenta già annunciati disagi per quanto riguarda gli ambulatori di chirurgia, ma saranno anche gli altri i camici bianchi che incroceranno le braccia. Insomma, i disagi non mancheranno. Saranno garantiti solo i servizi essenziali.
La molla, come ha comunicato Anaao Assomed, è «la preoccupazione per lo stato della sanità pubblica e per lo stato del contratto di lavoro». «Non è più possibile accettare il perseverante definanziamento della sanità pubblica – si legge in una nota – con conseguente possibile compromissione del diritto alla salute dei cittadini. Non si può restare inerti davanti al blocco delle trattative contrattuali, ferme da ben otto anni. Non si può tollerare che le risorse economiche stanziate siano così inadeguate a fronte di un prolungato saccheggio dei fondi contrattuali della nostra categoria e a fronte dei risparmi generati dalle mancate assunzioni di dirigenti medici e sanitari».
Inoltre, «nonostante l’evidente costante peggioramento delle condizioni di lavoro dei medici il Governo non ritiene che la professione medica sia da considerare `lavoro usurante´: se non si prendono provvedimenti i cittadini rischieranno di essere curati da medici e dirigenti sanitari ultra-sessantacinquenni, demotivati che dovranno svolgere attività stressanti come se fossero a inizio carriera, magari in pronto soccorso o in sala operatoria».