Disastro ferroviario nel Lodigiano, 3 condanne e 2 assoluzioni

Il deragliamento del Frecciarossa nel 2020 causò due morti e dieci feriti

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Tre condanne e due assoluzioni in primo grado per il disastro ferroviario avvenuto il 6 febbraio 2020 nei pressi di Livraga, nel Lodigiano, quando un treno Frecciarossa in viaggio da Milano a Salerno deragliò a pochi chilometri dal capoluogo lombardo, causando la morte dei due macchinisti, Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù, e il ferimento grave di dieci passeggeri.

Il tribunale di Lodi, al termine del processo di primo grado, ha riconosciuto le responsabilità di tre imputati ritenuti coinvolti, a vario titolo, nella catena di errori che portarono al tragico incidente. Valerio Giovine, all’epoca responsabile della produzione di Rete ferroviaria italiana (Rfi), è stato condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione. Condanna a 2 anni e 8 mesi anche per Marco Caccioppoli, operaio montatore di Alstom Ferroviaria, accusato di aver avvitato due fili nella posizione errata all’interno di una morsettiera durante un intervento sugli scambi ferroviari.

A 2 anni e 10 mesi è stato invece condannato Giovanni Iantorno, collaudatore degli attuatori nello stabilimento Alstom, ritenuto responsabile di non aver rilevato l’anomalia in fase di verifica tecnica. Secondo l’accusa, proprio quell’errore di cablaggio avrebbe compromesso il corretto funzionamento del sistema di scambio, determinando l’instradamento errato del convoglio ad alta velocità e il successivo deragliamento.

Il collegio giudicante ha invece assolto per insufficienza di prove i due ingegneri di Alstom Andrea Morganti e Francesco Muscatello, per i quali non è stata accertata una responsabilità diretta e individuale nell’evento. Il procedimento ha ricostruito nel dettaglio la sequenza delle operazioni tecniche e dei controlli effettuati nelle ore precedenti all’incidente, evidenziando criticità nei protocolli di verifica e nelle procedure di sicurezza.

Il deragliamento del Frecciarossa, avvenuto alle prime luci dell’alba, ebbe un forte impatto sull’opinione pubblica e sul sistema dell’alta velocità italiana, sollevando interrogativi sulla manutenzione della rete e sui controlli tecnici. Le motivazioni della sentenza saranno depositate nei prossimi mesi.

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