Dal simbolo della notte magentina all’asta giudiziaria (per oltre 500mila euro): la parabola del “Dubai”

Si torna a parlare del locale di via Espinasse

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Per anni è stato uno dei locali più noti della movida di Magenta. Luci, musica, notti affollate e un nome – Dubai – che evocava lusso e mondanità. Oggi, invece, quella stessa discoteca è diventata il simbolo concreto di una vicenda giudiziaria complessa e pesante, che si chiude – almeno sul piano immobiliare – con la vendita all’asta del complesso che la ospitava, pubblicata anche sul portale Immobiliare.it (e in precedenza, a ottobre, da un altro sito specializzato in vendita di edifici da aste giudiziarie).

La discoteca Dubai ha infatti cessato la propria attività a seguito delle indagini che hanno coinvolto il suo proprietario, Rocco Mongiardo, imprenditore arrestato nel febbraio 2021 dalla Guardia di Finanza di Magenta. Le accuse erano gravi: bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Un’inchiesta che ha portato al sequestro e alla successiva confisca di beni per un valore complessivo rilevante, comprendenti immobili e beni di lusso ritenuti frutto o strumento delle attività illecite contestate.

Nel settembre 2022 è arrivata anche la condanna: quattro anni di reclusione, inflitti con rito abbreviato. Nel corso delle indagini, le autorità hanno inoltre evidenziato una presunta contiguità di Mongiardo con la famiglia di ’ndrangheta dei Musitano, un elemento che ha ulteriormente aggravato il quadro giudiziario e il peso simbolico dell’intera vicenda sul territorio.

Oggi, a distanza di anni dall’arresto e dalla chiusura del locale, il capitolo si riapre sotto un’altra luce: quella fredda e impersonale delle procedure esecutive. Il complesso immobiliare di via Espinasse, che ospitava il Dubai, è infatti finito all’asta, con un prezzo base fissato a 539.703 euro. L’annuncio, aggiornato al 24 ottobre 2025, descrive un immobile libero, inserito in una procedura di vendita legale, della dimensione complessiva di 274 metri quadrati.

Si tratta di un articolato complesso immobiliare a destinazione commerciale, composto da più unità: una sala bar al piano rialzato collegata alla sottostante discoteca, con uffici, spogliatoi e servizi; un’ulteriore unità commerciale sempre al piano rialzato; e la vera e propria discoteca al piano interrato, completa di sala da ballo, arredi in muratura, due banchi bar, guardaroba, depositi e servizi igienici, anche per persone con disabilità. Una struttura pensata per l’intrattenimento notturno, oggi sospesa tra passato e futuro.

L’annuncio, curato da una società specializzata in investimenti immobiliari e stralci, sottolinea la possibilità di diverse modalità di acquisizione, dalla partecipazione all’asta alle procedure alternative previste dalla normativa più recente. Come da prassi, vengono precisati i limiti informativi e il carattere indicativo delle immagini pubblicate.

Resta, però, il dato più forte: quel luogo che per anni ha rappresentato un punto di riferimento della notte magentina oggi è solo un bene da liquidare, l’ultimo tassello visibile di una storia che intreccia imprenditoria, illegalità, giustizia e territorio. Un passaggio che segna la fine definitiva di un’epoca e che restituisce alla città l’immagine concreta di come le vicende giudiziarie possano incidere, nel tempo, anche sul volto urbano ed economico di una comunità.

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