Magenta – Fragilità, limiti, traguardi. Lo sport che vince, cura e include. Testimonianze, video, riflessioni, libri, gamification. L’edizione numero cinque del Festival dei Diritti Umani, che si è svolto dal 5 al 7 maggio, ha conquistato gli studenti. Circa duemila iscritti cui se ne sono aggiunti molti altri che hanno aderito in corsa alla tre giorni di confronto. 24 le scuole partecipanti, molte di Milano e dell’area Metropolitana, come il Liceo Quasimodo di Magenta, ma non solo.
Aperte idealmente le porte della Triennale di Milano per l’emergenza Corona virus “abbiamo deciso di trasformare i nostri format in versione streaming e digitale e il bacino d’utenza si è allargato rispetto agli anni scorsi, è diventato nazionale grazie alla tecnologia”, ha commentato Danilo De Biasio, direttore Festival dei Diritti Umani. Interlocutori privilegiati del Festival sono stati i giovani studenti, che solitamente “accogliamo personalmente a migliaia nel corso dell’edizione. Quest’anno la chiamata è stata a tutti quelli che hanno potuto e voluto collegarsi al nostro sito e ai nostri social”. Tutti ad ascoltare artisti, psicologi, atleti, giornalisti, economisti.
Per il liceo magentino hanno partecipato le classi prima e seconda B di Scienze Umane, un’adesione nata dalla ricerca di contenuti interessanti da fruire a distanza per implementare l’offerta formativa che per il Covid-19 ha dovuto rinunciare alle uscite programmate. “L’adesione è nata per caso, su proposta della stessa organizzazione con cui ero entrata in contatto in passato – spiega la prof.ssa Federica Franchi, insegnante di Lettere e che insieme alla collega prof.ssa Anna Cattaneo, docente di Scienze Umane ha verificato che la proposta fosse in linea con il programma e proceduto alla partecipazione. – In prima abbiamo perso l’uscita di ippoterapia e l’incontro con la scuola steineriana, in seconda il Covid ha bloccato un lavoro di approfondimento sull’autismo incontrando esperti dopo aver letto un paio di romanzi a tema. Questo è stato un modo per allargare lo sguardo fuori da scuola, senza poter uscire dalla scuola”.
Proposta apprezzata dai ragazzi che sono stati colpiti soprattutto dalle testimonianze dirette, “tutti i ragazzi nel loro percorso di scuola sono entrati in contatto con la disabilità, la partecipazione al Festival dei Diritti Umani è stato un modo anche per aiutarli a rileggere la propria esperienza con consapevolezza nuova”, ha sottolineato la prof.ssa Franchi.
Apprezzamento su più fronti, anche dai relatori, come conferma il direttore De Biasio: “l’elemento che non mi aspettavo è che le persone con disabilità ci ringraziassero così tanto per aver dato loro la possibilità di esprimersi ad un pubblico sensibile”. Lo sforzo dell’organizzazione si è concentrato infatti sulla costruzione di un palinsesto che riuscisse a coniugare il dibattito, la visione delle foto e dei documentari utili per sviluppare il tema del Festival: riflessioni e pensieri si trasformano in piccoli grandi gesti e azioni utili a diffondere la cultura del rispetto dei diritti umani. E così è stato.
Il Festival dei Diritti Umani, nato nel 2015, è organizzato dall’associazione Reset-Diritti Umani.
I Festival vanno in quarantena, i diritti no. Per informazioni https://festivaldirittiumani.it/