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Cuggiono, maltrattamenti in famiglia, Andrea Azzimonti respinge le accuse: “Non sono un mostro, lotterò fino in fondo per far emergere la verità”

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CUGGIONO Allontanato per maltrattamenti in famiglia. Lui e i sei rottweiler che possiede finiti al canile della Roveda di Sedriano. E’ una vicenda tristissima che si trascina da anni quella che vede coinvolto Andrea Azzimonti di Cuggiono che si professa completamente innocente. Fino a domenica rimarrà al ristorante Da Mariuccia di Robecchetto dove ha trascorso da solo il Natale e all’inizio della prossima settimana verrà sentito dal gip presso il tribunale di Milano alla presenza del suo legale, l’avvocato Samantha Battiston. Giudice che deciderà sulla conferma o revoca del provvedimento. Azzimonti era salito spesso sulle pagine di cronaca dei giornali per i suoi interventi in difesa delle sponde del Ticino, demolite dal fiume che se le sta mangiando in località Castelletto dove vive.

L’altra mattina, anti vigilia di Natale, Azzimonti stava uscendo a tagliare la legna, come sempre. Fuori casa si trova i carabinieri che gli notificano il provvedimento di allontanamento. La cosa più brutta è che la vicenda lo vede contrapposto alla mamma. Nulla di più triste. “La situazione è degenerata quando, il 27 novembre 2009, è mancato mio papà Bruno Azzimonti – continua – da allora è stato un susseguirsi di denunce, ingiunzioni, querele”. Il primo allontanamento risale nel 2012 quando il cuggionese arriva a dormire nelle intercapedini dei canali. Da allora la vita di Azzimonti è stato un avvicendarsi di scene al limite dell’impossibile perché gli allontanamenti gli impediscono di poter vivere in famiglia. Acquista un’auto che utilizza per dormire. Svolge qualche piccolo lavoro per tirare avanti e trasforma il garage nella sua abitazione, per sé e per i cani. Ha delle crisi di pianto ricordando cosa sono stati gli ultimi anni della sua vita. La prima sentenza che lo condanna lo distrugge psicologicamente perché la ritiene ingiusta: “Quando sono uscito dal tribunale ero annientato, abbandonato in una città come Milano che non conoscevo. Io che conosco solo i miei boschi del Ticino”. Lo scorso anno parte un’altra denuncia per maltrattamenti e per avere aizzato i cani contro la mamma e la sorella. Accuse che ha sempre rifiutato. Le testimonianze in udienza appaiono contraddittorie, ma una relazione dei carabinieri lo descrive come persona pericolosa per sé stessa e per gli altri, noto frequentatore di soggetti pregiudicati e spacciatori albanesi. Per lui arriva la condanna a due anni e sette mesi alla quale ricorre. L’appello si terrà il 10 febbraio del prossimo anno.

Azzimonti ha sempre contestato le accuse che gli sono state mosse. Ha prodotto una quantità di video e pagine di querela impressionanti a sostegno delle sue tesi. Ha perfino creato una pagina facebook dove ha mostrato pubblicamente, con tanto di video, quel che succede. “Alla fine la verità verrà chiarita – ha concluso – Non sono quel mostro che mi descrivono, anzi sono l’esatto contrario. Contro di me hanno adottato la tattica dello stalking giudiziario mettendomi in ginocchio, psicologicamente prima di tutto. Ma non mi arrendo e continuerò a combattere”.

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