La fotografia dei risultati delle elezioni europee può essere riassunta con il breve titolo di un articolo dell’Huffington Post: “La notte del silenzio e della fuga M5S”.
Il tutto condito da un sottotitolo ancora più specifico: “Dopo il tonfo alle urne Di Maio riunisce i suoi. Due ore di conclave e poi il clamoroso fuggi fuggi a bocche cucite”.
Il M5S è il vero sconfitto di queste elezioni e il suo capo politico Di Maio è il volto umano della catastrofe elettorale.
Se consideriamo lo sforzo profuso negli ultimi mesi dai grillini, il puntare forte sull’onestà e l’intransigenza morale (vedi caso Siri), la sconfitta è ancora più pesante perché va a confermare quello che dico da anni e per cui mi sono attirato diverse antipatie: l’onestà e la trasparenza non possono essere idee differenzianti su cui costruire un posizionamento politico forte e coerente, tranne in rari casi circoscritti.
L’astensionismo al sud è stato penalizzante per il M5S? Tanto quanto l’arretramento al nord. Il tutto è frutto dei comportamenti da banderuola tenuti nell’ultimo anno: continui cambi di direzione, prima sì e poi no, prima no e poi sì, etc…
La forza di Salvini, invece, è stata quella di tenere la barra dritta, sempre e comunque.
Questo ha pagato.
Se sarà solo un fuoco di paglia, come auspica Renzi, lo capiremo da qui a un anno.
Nessuno, però, tranne il sottoscritto, ha sottolineato come, per certi versi, le elezioni comunali abbiano una maggior importanza rispetto a quelle europee, considerando che vanno al voto circa la metà dei comuni italiani: se la Lega farà bottino pieno (dalle 14 lo spoglio) avrà raggiunto il suo vero obiettivo.
Le Europee sono più simboliche che concrete, considerando che i sovranisti del vecchio continente non hanno sfondato come speravano a Bruxelles.
Governare regioni (anche il Piemonte è già in saccoccia) e comuni (oltre allo stato) è la vera forza della Lega.
Perché la forza parte dal basso.
Una forza di cui lamenta la mancanza Di Maio: Gigi si lamenta della mancanza di radicamento territoriale.
Basta guardare alla composizione dei parlamentari attuali e futuri della Lega: una carica di quarantenni già amministratori locali (o che lo diventeranno dopo aver prima raggiunto la Camera e il Senato).
Ora il dilemma che si ripropone: Salvini può salire ancora o ha raggiunto il massimo e può solo iniziare la discesa?
Questo dipenderà anche dalla credibilità delle alternative.
Considerato il M5S fuorigioco, almeno temporaneamente in attesa di capire che pesci pigliare, Forza Italia sull’orlo del baratro, Fratelli d’Italia che vuol far comunella, l’unica vera alternativa potrebbe essere il redivivo PD (che ha contro sorpassato il M5S). A meno che Renzi e Calenda, che hanno voluto affossare +Europa nel nord-ovest per non fargli superare il quorum, non pensino davvero a un nuovo partito in stile Ciudadanos e spacchino il fronte.
La partita è aperta…