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Dall'archivio:

Crisi idrica, il Parco Ticino (e Luigi Duse) vanno alla guerra

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Il vicepresidente Luigi Duse e il direttore Claudio Peja lasciano  l’incontro e non firmano  i documenti relativi alla conclusione della sperimentazione

 

MAGENTA –  Questa mattina nel corso dell’incontro coordinato dalla autorità di bacino distrettuale del Po, il Parco del Ticino ha presentato una nota  con la quale comunica che non parteciperà alle prossime riunioni ma invierà soltanto un tecnico con la sola funzione di uditore. La decisione è stata assunta dal Consiglio di Gestione del Parco visto il perdurare dell’atteggiamento tenuto dallo stesso tavolo, ossia la volontà di considerare soltanto la situazione emergenziale delle piene e non, come molto più logico e attuale stante la situazione degli ultimi anni, la  crisi idrica nella quale ancora ci troviamo e  che sta raggiungendo livelli drammatici.

La posizione del Parco è stata sempre quella di chiedere il mantenimento nel Lago di una maggiore quantità d’acqua come riserva, fatti salvi i periodi nei quali siano previsti eventi meteo particolarmente importanti.  Quest’anno, considerata  l’evoluzione climatica degli ultimi anni, il Parco aveva proposto di definire un modello operativo elastico, adattabile  in base alle reali condizioni affinché   il gestore potesse determinare il livello del Lago da tenere evitando nel limite del possibile le due situazioni estreme.

Purtroppo, le valutazioni portate al tavolo non hanno avuto effetti e il modello di lavoro continua a tenere in considerazioni soltanto la situazione delle eventuali esondazioni (piene) , tanto che la relazione presentata a chiusura dei primi tre anni di lavoro dà parere contrario a un pur minimo innalzamento  a 1,30  mt sullo zero idrometrico di Sesto Calende.

 “La situazione è diventata surreale e insostenibile – commenta il vicepresidente, Luigi Duse -. Si parla d possibili piene quando il lago non ha più acqua da oltre 200 giorni. Noi a perdere tempo con discussioni surreali non ci stiamo più! Agiremo in tutte le sedi possibili per tutelare l’ecosistema Ticino e il lago Maggiore. Pertanto non condividendo il contenuto della relazione presentata questa mattina, non l’abbiamo firmata e abbiamo abbandonato il tavolo”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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