LOMBARDIA – Nel territorio gestito dall’Ats di Milano dall’inizio della pandemia circa 655.000 persone sono stati casi sospetti di Covid-19, contagiati o in qualche modo hanno avuto accesso ai servizi legati alle diagnosi per il nuovo coronavirus. Con queste persone l’Ats ha collezionato quasi oltre un milione e mezzo di contatti (1.637.094). A rivelarlo e’ il direttore dell’Ats di Milano, Walter Bergamaschi, durante il convegno online sulle fragilita’ del sistema sanitario lombardo organizzato dalla ‘Fondazione Ambrosianeum’.
Bergamaschi sottolinea che e’ importante considerare il ruolo svolto dall’Ats prima della pandemia: “Noi siamo un’agenzia regolatoria e fino a febbraio 2020 non avevamo rapporti con la cittadinanza”. Rapporti che, invece, a dispetto dei compiti assegnati dalla legge Maroni, le Ats hanno dovuto intrattenere.
Sul portale creato ad hoc sono stati indicati 310.000 pazienti sospetti da inizio pandemia con picchi di 10.000 segnalazioni al giorno. Il 62% dei positivi veniva indicato dai medici di medicina generale.
Durante il suo intervento, Bergamaschi ha sottolineato il piano di intervento che l’Agenzia territoriale ha dovuto mettere in campo durante la seconda ondata ripensando i servizi territoriali, che saranno oggetto della riforma della legge sulla sanita’ lombarda del 2015.