CESANO BOSCONE – Oggetto della nuova missiva da parte di novanta sindaci della Città metropolitana di Milano, indirizzata al Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, è la richiesta di adottare una chiara strategia di intervento per la somministrazione di test sierologici, volti a constatare la eventuale presenza di anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta al virus.
Secondo i firmatari della lettera – tra i quali si trova il nome di Simone Negri, sindaco di Cesano Boscone – “il ricorso a questi strumenti può essere decisamente utile per capire quali persone possano essere immunizzate nei confronti del Covid-19 e, se effettuati massicciamente, per comprendere quale possa essere stata la reale incidenza dell’epidemia sulla popolazione. Si tratta quindi di una strategia diagnostica che è complementare ai tamponi, ma non li sostituisce”.
Sul punto, anche il primo cittadino Simone Negri, come ribadito nelle sue consuete e quotidiane dirette social tramite la propria pagina Facebook, è fermo: “I test non devono assolutamente – ha evidenziato – surrogare i tamponi, in quanto hanno funzioni diverse. I primi, infatti, fotografano la storia epidemiologica di una persona, i secondi invece sono atti a capire se è in corso un’ infezione, e dunque sono fondamentali per il contrasto tempestivo al contagio”.
Altra questione sottolineata nel nuovo appello dei sindaci – che giusto pochi giorni fa, con un’altra missiva, avevano chiesto di potenziare la sorveglianza sanitaria nel territorio – è quella della mancata certificazione da parte delle autorità sanitarie dei test impiegati nelle realtà locali che vi han fatto sino ad oggi ricorso, con la conseguenza che detta strumentazione potrebbe fornire risultati rilevanti in termini di “falsi positivi”, ossia di persone che risulterebbero avere anticorpi contro il virus senza mai esservi stati in contatto, esclusivamente per via di una debolezza della procedura.
Anche su questo il sindaco di Cesano Boscone ha evidenziato che il tema dell’affidabilità dei presidi deve essere centrale. “Se non si utilizzano strumenti idonei si rischia di mandare allo sbaraglio le persone che, credendo di avere gli anticorpi e dunque essere potenzialmente immunizzati alla malattia, andranno in giro con maggiore leggerezza, rappresentando però inconsapevolmente un possibile pericolo per sé e per gli altri. Inoltre, l’adozione di detti presidi ha un costo pubblico, pertanto a maggior ragione non è possibile adottare strumentazione che non abbia la dovuta idoneità”.
Recentemente il Presidente Fontana ha dichiarato che a partire dal 21 aprile Regione Lombardia effettuerà fino a 20.000 test sierologici al giorno, partendo da Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona.
“Il rischio – si legge nella missiva – è che in assenza di una procedura chiara, si generino numeri non confrontabili e pertanto di scarsa utilità, similmente a ciò che sta avvenendo per i tamponi, e che l’intervento si rilevi, oltre che non indicativo, poco efficace”.
Sono dunque 5, chiare e precise, le richieste alla Regione:
➢ Venga comunicato ai comuni quanti tamponi sono stati effettuati sui propri abitanti, lavorando inoltre a un’anamnesi schematica delle persone contagiate che raccolga informazioni rispetto al possibile contatto con altre persone positive e con il personale sanitario, ad eventuali ricoveri in ospedale, alla continuità lavorativa, all’impiego dei mezzi pubblici
➢ Si definisca una nuova strategia complessiva di intervento a livello regionale che tenga conto delle modalità con cui devono essere effettuati i test sierologici, e che riveda le direttrici sin qui seguite per il tamponamento, considerando che i due approcci sono complementari
➢ tale nuovo scenario venga sviluppato, sotto la stretta regia di Regione Lombardia e avvalendosi dei presidi sanitari locali, su tutto il territorio lombardo, includendo la Città Metropolitana di Milano che nell’ultima settimana ha mostrato numeri preoccupanti e che sin qui è risultata esclusa
➢ Si guidino i comuni, ribadendo l’esigenza di una cabina di regia regionale: è assolutamente necessario che vengano impiegati criteri omogenei, a partire dalla scelta di test affidabili e comparabili tra loro
➢ Si individui un campione della popolazione altamente significativo, provincia per provincia, su cui possa essere eseguito il test e che possa essere valido ai fini del monitoraggio dell’evoluzione dell’epidemia nella Regione.