MILANO Passi avanti nella ricerca per sconfiggere l’Alzheimer o la Malattia di Parkinson: un nuovo studio arriva ed è potenzialmente molto importante per la conoscenza della malattia.
E’ il risultato ottenuto un team internazionale di ricercatori provenienti dell’Università di Stanford in California e dell’Università Statale di Milano, coordinato da Lucia Manni del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, ha pubblicato uno studio che vede al centro dell’attenzione un piccolo animale marino che cresce e si riproduce a basse profondità, in particolare in zone ricche in nutrienti e calde dell’Adriatico, come la Laguna di Venezia. Le attuali terapie per trattare l’Alzheimer o il Parkinson non sono in grado di rallentare le patologie. Questo invertebrato, il Botrillo, è un essere vivente molto semplice che presenta al suo interno anche un cervello rudimentale, costituito da poco meno di un migliaio di neuroni. Tale organismo appartiene al gruppo di animali considerati i parenti più prossimi ai vertebrati. Lo studio evidenzia come questo invertebrato contenga tutti i geni coinvolti nelle malattie neurodegenerative umane e, durante il suo ciclo vitale, le sue cellule nervose invecchino esattamente come nell’uomo. “Il Botrillo – spiega Manni – va incontro naturalmente a neurodegenerazione secondo modalità che potrebbero aiutare la ricerca nell’uomo a trovare strategie, o farmaci, per fermare gravi malattie neurodegenerative. In particolare, i neuroni del Botrillo mostrano diversi tipi di morte cellulare, così come avviene nelle malattie neurodegenerative umane”.