MILANO – Nel periodo gennaio-agosto 2020 sono state 65.936 le denunce di infortunio sul lavoro in Lombardia, tra queste 18.779 hanno avuto come causa il Covid-19. Lo ha denunciato in una nota la Cisl Lombardia, presentando dei dati di Inail Lombardia. Gli infortuni mortali fanno segnare nel periodo gennaio-agosto 2020 un incremento preoccupante: da 102 nel 2019 a 190 nel 2020, con 129 di questi che hanno come causa il Covid-19.
“Regione Lombardia deve convocare subito la Cabina di Regia prevista dall’accordo sindacale del 2019, coinvolgendo con sindacati, imprese, Ats e Inail per riprendere la discussione da troppo tempo interrotta sul contrasto degli infortuni sul lavoro e quindi intensificare il coordinamento per il controllo e l’attività ispettiva nei luoghi di lavoro e rafforzare le dotazioni organiche dei servizi di vigilanza e prevenzione”, ha detto il segretario regionale Cisl con delega alla Salute e sicurezza sul lavoro, Pierluigi Rancati.
Secondo l’analisi del sindacato, che sottolinea il calo del 15% di infortuni rispetto allo stesso periodo del 2019, la diminuzione delle ore lavorate e il rallentamento dell’attività produttiva dei primi otto mesi del 2020 “falsano l’andamento infortunistico, tutt’altro che rallentato: non ci si infortuna di solo Covi-19, peraltro ancora poco in evidenza nelle denunce e richieste di riconoscimento delle tutele Inail”.
A livello territoriale, Bergamo da 12 sale a 38, Cremona da 3 a 23, Brescia da 19 a 34 e Milano da 26 sale a 37. Anche sulle denunce di infortunio mortale, dal confronto col 2019 emerge che le donne vittime di infortuni mortali sono state di più: da 7 a 29 (+315%), gli uomini da 102 a 190 (+86%). In calo, infine, le malattie professionali. Sono state 1.587 nel periodo gennaio-agosto 2020, contro le 2.794 nel pari periodo 2019. “Non è un dato che possiamo ritenere positivo – ha chiosato Rancati – in quanto è da attribuire alla mancata emersione delle malattie professionali”.
(fonte ASKA NEWS)