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Dall'archivio:

Ciao Federico, addio Salvatore

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Massimo Moletti, il nostro Duca di Saronno, ricorda Federico Salvatore cantautore e cabarettista napoletano recentemente scomparso

RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO – Egregio Direttore, nel mio girovagare in terra lombarda e nella città Meneghina ho incontrato tanti personaggi …
Molti erano pieni di se altri più alla mano e tanti erano personaggi ..Pubblico, concorrente, intervistatore e cacciatore di autografi e foto…
Erano gli anni ’90 avevo appena finito le superiori come un Vasco Rossi a Vota la Voce avevo fatto esame con birra in mano …
Sognavo di andare al Maurizio Costanzo vero trampolino di lancio degli anni ’90 …
Li ho conosciuto artisticamente Federico ma pure Salvatore… si divideva il palcoscenico.

L’animo mobile e quello popolano della città di San Gennaro. Ridevo delle sue canzoni e del suo essere napoletano con la grande capacità
di farmi sentire Partenopeo pure a me “polentone”.
Era l’animo bello degli anni ’90 che erano arrivati quasi alla loro metà ma avevano ancora gli schemi degli anni più tosti. La TV era una vera istituzione tutti volevano andarci.
Lui sembrava essere lì perché il pubblico lo voleva. Aveva un talento innato e riusciva a fare lo snob e il disgraziato …quanto ho imparato ad ascoltare le sue battute e spettacoli

Le sue canzoni dove l’ironia e la satira era sempre in primo piano. A Milano nelle antologiche Messaggerie l’avevo incontrato da fans
irriducibile del piccolo schermo e di chi comprava il CD per sentirlo in macchina o in casa sognando di farlo anch’io.
Poi il San Remo dove con la sua canzone affronta un argomento tabù dimostrando coraggio e passione e vera convinzione. Poteva fare una canzone allegra e spensierata per diventare tormentone. Lui scelse la strada più dura dopo qualche anno e album con ottimo risultato e dischi di platino lasciò la strada più semplice …

La satira leggera e allegra divenne denuncia più forte. Oggi saluto Federico ma dico addio a Salvatore e ad un modo di fare TV e
canzone non più presente. Ricordo con lacrime e sorrisi quegli spensierati e semplici anni ’90 che l’odio della politica non aveva ancora inquinato.

C’era ancora una cosa molto importante; la sostanza allegra della speranza di cambiare. In quel pomeriggio milanese il suo autografo sul CD e le sue battute mi
avevano rallegrato la giornata. Quei viaggi in treno all’università e prima in bus alle superiori ripetendo le sue battute.

L’avevo dimenticato o non me lo ricordavo. Era come il compagno di liceo o corso accademico che arrivava con la
battuta e lo show e andava via. Quando lo ripensi ti fai sempre una risata. Dimenticando che dietro la porta c’è un mondo che non conosciamo e non affrontiamo. Lui aveva affrontato certe dinamiche in anni difficili. Credo che bisogna ricordare e fare capire che le libertà di oggi sono frutto dei sorrisi di ieri …che nascondevano tanti sacrifici …e bravura …

Molto spesso senza comprensione e facilità.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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