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Chirurgia Estetica: istruzioni per l’uso

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Intervista al dottor Umberto Napoli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Come saper coniugare salute e bellezza. Tutti i venerdì, dalle 14,30, presso l’ambulatorio del Santa Crescenzia, è possibile fissare una prima visita di controllo

 

MAGENTA – “La vera chirurgia estetica, quella che coniuga salute e bellezza, passa senza lasciare traccia rispettando l’armoniosità del nostro corpo”.
Parola di Umberto Napoli, medico dell’Ospedale Fornaroli di Magenta, specializzato in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, oltre che consulente del Centro Medico Santa Crescenzia. Napoli fa parte del team “Salute & Bellezza” del Santa Crescenzia insieme alla dott.ssa Cristina Montemartini dermatologa.
Lo abbiamo incontrato per capire meglio a quali rischi si va incontro, quando, spinti dai messaggi talvolta sbagliati che giungono dalla nostra società si vuole a tutti costi, non solo rimodellare il proprio aspetto, ma addirittura stravolgerlo. “La chirurgia plastica – spiega Napoli – deve essere migliorativa, ma soprattutto in alcuni casi occorre saper dire anche di no. Non si possono garantire certi risultati, soprattutto a chi ti mette davanti a sogni pressoché irrealizzabili”.
Purtroppo, questo è un settore, vuoi per le ‘spinte’ dovute a messaggi distorti – la società dell’apparire contro quella dell’essere sempre più marginale – vuoi per una sorta di deregulation, dove c’è una certa confusione anche a livello normativo. “Indubbiamente è così – conviene lo specialista – oggi, di fatto, le famose ‘punturine’ le può fare qualsiasi medico, basta che abbia frequentato costosi master che hanno, però, ben poco a che vedere con il normale percorso accademico”.
E la differenza qui non è solo di forma ma di sostanza. Già, perché secondo quello che è l’iter tradizionale, come nel caso del dottor Napoli, dopo i cinque anni di laurea in Medicina, ve ne sono altrettanti di Scuola di specialità. Il Master, invece, prevede una formazione di soli 12 mesi per giunta non continuativa ma con blocchi di lezioni una o due volte al mese durante i fine settimana.
Attualmente la Chirurgia estetica per la stragrande maggioranza continua ad essere appannaggio del gentil sesso. “Diciamo – spiega Napoli – che il rapporto è 70% donne e 30% uomini. Ma quello che è più interessante sottolineare sono le richieste particolarmente precise in base alla fascia d’età”.
Il Chirurgo Plastico per essere bravo nella sua professione deve essere sempre di più psicologo. “Una volta mi è arrivata una signora con la foto di una velina ventenne,  chiedeva che le rimodellassi il seno per essere  come quella ragazza. In queste situazioni devi sapere dire di no ma in particolar modo, deve riuscire a spiegare il perché del tuo rifiuto. Questa è certamente la parte più complessa della nostra professione”. Perché chi arriva con quel ‘chiodo fisso’ in testa difficilmente se lo toglie. Lo scenario rispetto alla Chirurgia estetica degli anni Novanta è cambiato parecchio. Il ruolo della psicologia, così come quello della comunicazione, sono essenziali. “Non c’è solo un discorso di etica – osserva Napoli – ma anche di obbligo di risultato che dinanzi ad alcune pretese è obiettivamente impensabile da raggiungere. I nostri sono “no” a fin di bene. Ma non sempre il paziente comprende e quando torna magari è per cercare di mettere una pezza dopo un intervento dagli effetti negativi”.
E’ curioso constatare, come si diceva, come i bisogni cambino in base alla fascia d’età considerata. Così se tra i 20 e i 40 anni si ricorre allo specialista perché c’è da correggere qualcosa (il naso piuttosto che il seno), tra i 40 e i 55 c’è una mancanza d’accettazione del proprio aspetto esteriore. Mentre dopo i 55 ci sono dei problemi legati all’invecchiamento, talvolta, una cambiamento troppo repentino del proprio fisico. Oltre ad essere mutato l’approccio con il paziente sono cambiate anche le modalità d’intervento.
Ed è così che si torna a parlare delle famose ‘punturine’. Botulino, acido ialuronico, sempre più spesso si preferisce questo sistema meno impattante e non definitivo per il paziente. “Oggi il paziente vuole partecipare alla decisione. Nella medicina estetica la scelta terapeutica deve essere condivisa con il medico e non dettata. In altre parole, bisogna essere bravi anche a controbattere le ragioni del dissenso da parte del paziente”.
Ma la Medicina Estetica è una scienza ancora giovane in Italia. Il primo reparto fu aperto a Roma nel 1956. “Personalmente sono dell’avviso – conclude Napoli – che ci dovrebbe essere un’attività di assistenza psicologica in parallelo per chi si sottopone a certi interventi. Da questo punto di vista nel nostro Paese debbo dire che non siamo ancora preparati, evidentemente, c’è da completare questo percorso di maturazione”.
La Clinica Santa Crescenzia sotto questo punto di vista cerca invece questo genere d’approccio con il paziente. La prima visita, tutti i venerdì pomeriggio dalle 14,30, con il gruppo ‘Salute e Bellezza’ e, in particolar modo, con il dottor Napoli va esattamente in questa direzione (per informazioni telefonare allo: 02.97291401)
“La Chirurgia plastica può fare molto per le persone; tutti coloro che si rivolgono a noi lo fanno per correggere o gestire una situazione di disagio che può spaziare da una piccola ruga del viso fino ad un difetto estetico più evidente. Il nostro obiettivo è intervenire nel rispetto dell’integrità del paziente per ristabilire un sereno rapporto con la propria immagine, con un approccio sempre personalizzato” rimarca l’intervistato.
“E’ necessario tuttavia non farsi trascinare dalla foga di cambiare per forza. E’ essenziale ponderare tutte le alternative possibili, ma più ancora essere consapevoli a che cosa si va incontro. Sovente i principali responsabili di cambiamenti radicali che sono fonte di stress e di ulteriori problemi sono gli stessi pazienti”.

(*spazio informativo a cura del Centro  Medico Santa Crescenzia)

*consulta qui tutti i servizi: Medicina_estetica_brochure_def

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