Come ha sempre sottolineato un grande ed integerrimo Magistrato, “non si può” fare questa professione se non sei un uomo libero. E, oramai, sempre più spesso se si è liberi te la fanno pagare.” Sappiamo tutti come è finita lasciando un grande senso di impotenza e di sgomento.
Poi qualche giorno addietro, le parole dell’ex Magistrato Antonio Di Pietro lasciano basiti. Le sue dichiarazioni pesano come macigni: ”Per quanto mi riguarda, un magistrato che VUOLE ESSERE INDIPENDENTE può essere fermato solo in due modi o da un altro magistrato o lo ammazzano!”
Come cittadina sono convinta che quasi tutti i Magistrati di sicuro, e sono la maggior parte, sono bravi, onesti e preparati, ma altri disonorano il senso della Giustizia.
Che è pur sempre uno dei tre poteri dello Stato.
Ricordo che uno dei principi giuridici basilari dello Stato di diritto e della democrazia è anche e soprattutto la separazione dei poteri.
Gli abusi di potere, la corruzione e l’insulto alla democrazia si hanno quando potere legislativo, potere esecutivo e potere giudiziario si mescolano, per produrre convenienze d’ogni specie. Come avviene adesso.
Il potere legislativo è inesistente. E’ sotto gli occhi di tutti, ormai depauperato. Se il Presidente Conte discute a Villa Pamphili, bellissima sede non lo metto in dubbio, ma non in Parlamento qualche storpiatura la percepisco. (Si vuole copiare forse il Convegno Ambrosetti che si tiene ogni anno a Cernobbio?)
Il potere esecutivo, ormai, velatamente “fa” anche le leggi; il potere esecutivo e alcuni settori del potere giudiziario hanno una relazione illecita neppure tanto chiara.
Questa non è il concetto di Stato democratico!
In questa NON democrazia costituzionale c’è praticamente un “comandante” con tre corpi e una sola testa.
In un qualsiasi paese civile del mondo, oggi, malgrado i problemi del Covid, si parlerebbe soprattutto dello scandalo magistrati; i giornali sfornerebbero pagine di intercettazioni (che oramai tutte le testate hanno), verrebbero pubblicati editoriali redatti da personalità di spicco ed interviste eccellenti (menziono solo l’ex Magistrato Nordio) .
Invece qui niente. Sui grandi quotidiani se ne parla come fosse una notizia da quarta pagina
Dunque, in realtà, viviamo in maniera un po’ omertosa. È indecoroso per un Paese, ancora autoproclamatosi civile, che la giustizia non solo sia inattaccabile, ma si riveli una matassa oramai indistricabile di giochi di potere, protezioni, amicizie e metta in secondo piano norme, codici ed onore. A discapito non solo degli italiani in genere, ma soprattutto dei magistrati sani e onesti che vengono coinvolti loro malgrado. E senza potersi difendere dai più “potenti” che li potrebbero manovrare.
Del resto, criticare l’operato della magistratura vuol dire essere definiti, con disprezzo o berlusconiani o salviniani o fascisti. Come se fosse invece meglio essere magistrati inadeguati e corrotti.
Come si difendono coloro dal quale noi cittadini civili ci aspettavamo una lunghissima scia di dimissioni ed un mea culpa di quelli che dovrebbero rimanere nella Storia?
Con il silenzio.
Ma è normale che non ci siano dibattiti televisivi o sulla carta stampata, per ragionare sugli “obiettivi” di Palamara, sul “Bisogna fermare Gratteri”, “bisogna fermare Salvini” e nel frattempo escono centinaia di detenuti e boss mafiosi dalle carceri con il beneplacito di certi svagati magistrati di sorveglianza e del Ministero della Giustizia?
Avete idea della quantità di materiale intercettato che riguarda il mondo della giustizia? Mi pare di ricordare 9.000 nomi coinvolti e moltissimi sono eccellenti o forse non tutti ormai meritano di avere i privilegio di esserlo.
Non va bene che sembri ambiguo che ci sia quella che appare una trattativa Stato-mafia e non se ne parli!
Non va bene che ci siano scorretti comportamentali dei magistrati, quali appaiono dalle intercettazioni, e non se ne parli! Non va bene che l’azione penale – che è obbligatoria – si attivi e proceda in prevalenza se dà notorietà al PM o se può disfarsi di un politico ma non su di alcuni di loro!
Non va bene che molti giornalisti, complici o solamente spaventati si muovano solo all’ordine del Editore di turno, dimenticandosi anche loro dell’indipendenza!
Non va bene che non si ripristini un alto concetto democratico per dare un senso al nostro voto!
Bisogna ricominciare a pretendere l’etica dallo Stato, l’indipendenza dei Poteri, la dignità di ciascuno di noi. Continuando a subire, zitti, per quanto arrabbiati non si arriverà a nulla. Chiunque giri la testa da un’altra parte è sempre complice! A prescindere.
Laura Giulia D’Orso