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Dall'archivio:

Che vergogna, la Schadenfraude anti lombarda di Repubblica. Caro Michele Serra, ma va a ciapà i ratt!

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“I tedeschi, che evidentemente se ne intendono, hanno Inventato una parola per definirlo: Schadenfreude. E un sentimento che tutti ben conosciamo: è la soddisfazione per le disgrazie altrui, e godere quando il collega di lavoro più bravo toppa, è festeggiare quando perde la squadra che vince sempre, Spesso è un gioco innocente, alzi la mano chi non l’ha mai fatto. Ma applicato alla strage del lombardi, quando ci sono decine di migliaia di morti, ha qualcosa di tribale, e dice cose tristi sullo stato della Nazione. Eppure, Impastati di revanchismo politico, circolano troppi giudizi sommari sulla Lombardia e sui lombardi. Gente che per il disastro di New York non sarebbe male la colpa al governatore democratico Cuomo, qui da noi non ha dubbi sulla responsabilità del governatore leghista Fontana. Cl vorrebbe innanzitutto più solidarietà. Ma soprattutto più prudenza. Di questo virus, per ammissione degli stessi scienziati, non sappiamo ancora niente. Come fate voi a sapere già di chi è la colpa?”

Basterebbe questo magistrale corsivo di Antonio Polito (non sospetto di simpatie sovraniste: è un ex militante del Partito marxista leninista italiano ed ex quadro della Federazione Giovani Comunisti del Pci), vergato stamani sul Corriere, per replicare alla più vergognosa (a nostro dire) articolessa anti Lombardia ed anti Fontana, lo sport preferito di Repubblica, del Fatto Quotidiano e di larga parte della stampa progressista.

Perché nel pezzo apparso su Repubblica il ‘brillante’ Michele Serra è anzitutto omissivo. L’inventore di Cuore (geniale foglio satirico, che ricorderà chi ha più di 40 anni), già organico o para ornanico alla dominatio post gramsciana della stampa italiana egemonizzata dai corifei del Pci, dimentica i vergognosi silenzi della Cina, da cui il virus proviene e dove ogni voce dissenziente rispetto al pensiero unico del partito unico di regime, la megamacchina che ha unito in un’ideale distopia comunismo e capitalismo sfrenato, viene zittita (quando va bene) o giustiziata (quando va male).

No, Serra ce l’ha con l’ethos produttivo dei lombardia, con la Pianura violentata da Orio al Serio , col governo che i lombardi hanno sempre e liberamente scelto, con percentuali vicine ai dati della fu Bulgaria (altro Stato dove vigeva la regola del partito unico, tanto caro alla fase giovanile di Serra).

Ce l’ha con lo spirito lombardo, con l’intrapresa tipica delle nostre terre, dimenticando che tra i tanti primati della nostra regione (che la firma di Repubblica liquida sprezzante) c’è quello della generosità, del volontariato  e del terzo settore. Ha il primato degli italiani residenti in altre regioni che vengono a curarsi nei nostri ospedali, che vantano i più avanzati modelli di performance nonostante i tagli sanguinosi dello Stato centralista (che nostalgia, vero Serra?).

E’ vergognoso, quanto scrive Michele Serra. Fortunatamente il corsivo di Polito serve (almeno in parte) a controbilanciare la valanga di fango, e la dose inusitata di fiele, che Serra e tutti coloro ai quali il modello Lombardia proprio non va giù stanno spargendo a piene mani.

Se ne facciano una rAgione, dacché la nostra grande rEgione, la Lombardia, continuerà a brillare nonostante il pesantissimo tributo di sangue e di morte versato in questi mesi. E delle loro parole intrise nell’odio classista non resterà nulla. Ma noi ce le ricorderemo, eccome se le ricorderemo.

Pertanto, caro Michele Serra, dal profondo del cuore un sonoro ma va a ciapà i ratt. Dedicato a te e a tutti i tuoi sodali, novelli sciacalli.

Fabrizio Provera

 

 

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