RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Egregio Direttore, la festa del mio paese ha inizio. Un ragazzo degli anni 80 come me ha come pulsante d’accensione, l’arrivo dei ” baracoiiii” , termine ceranese per definire il luna park itinerante.
Un settore che oggi vive un gran momento di crisi. Il futuro però bisogna vederlo con occhi sinceri e ottimisti. Lasciamo stare i gufi; gli sfigati del passato al potere.
Le giostre erano e rimangono un grande appuntamento. Certo l’estate del 1990 è stata epica.
Ho iniziato a fare la barba ed aver mille voglie….
Una caratteristica della festa e specialmente dell’angolo divertimento; presenza di giovani e ragazze … La grande F ; a molti fa paura. Ma negli anni ’80 e inizio ’90 era una istituzione.
Tutte le giostre erano ambite, ma la più gettonata era l’autopista. Essenzialmente per tre motivi, vedevi gambe di donne, un miraggio erotico per il periodo. Secondo il biglietto era economico e potevi viaggiare a scrocco. Terzo potevi stare lì a bordo pista a ballare senza spendere un euro pardon lire.
Perché anche nel 1990 il grano ballava poco nelle tasche di alcune persone: coerenti con la miseria alla faccia dei governi e valute. La musica che era la colonna sonora di quella festa: i Say yeahhh
Orlando Johnson e Secchi in un capolavoro riempi pista. Tutti a ballare imitando Michael Jackson con movimenti a rotazione e scansione. Tre fratelli andavano a tempo e in sincronia.
Una festa del divertimento semplice e forse casereccio …Il panino con salamella e cipolle anche se avevi mangiato come un condannato a morte a pranzo …Non c’era famiglia che non avesse ospiti con pranzi luculliani. Ma il giro alle giostre era d’obbligo.
Comunque quel pezzo di mondo era nostro di noi giovani. Aspettavamo per mesi mettendo da parte mille o cinquecento lire al giorno per poi spendere tutto in pochi istanti. C’erano pure le mance dei parenti per essere contenti.
Tiravano fino al l’ultimo giro poi i più grandi andavano in discoteca: quella del paese 1990 e il grande concerto di Edoardo Vianello; nel contenente negro. Oggi sarebbe una grande offesa …
Noi ballavano magari non a tempo … Dividersi tra piazza e giostre ma lui era un matusa Massimo rispetto ma la cosa interessante, restava la grande F…
Quante ragazze mi hanno dato buca ma quante le ho trovate senza sudare …C’era una marea, una fiumana di persone tale che da lato a lato avevi i piedi pestati e gonfi. Erano le feste vere, senza social, telefono e soprattutto WhatsApp.
L’appuntamento e orario era sacro: la cabina ??? Ma per chiamare dove ??? Correvi come per il tempo delle mele o altri frutti. Ma noi avevamo l’ autopista come punto d’incontro. La nostra bacheca, chat, social. I fratelli Bridio titolari erano anche grandi Dj e Cupido. Quanti amori passeggeri o duraturi o intermedi nati su quelle auto e a bordo panchina. Quanti battiti e pulsioni e occhi indiscreti.
I Say yeah ancora e tutti a ballare pur con chi non conoscevi perché il divertimento non ha confini. Certo, c’erano gli attacca brighe e permalosi; qualche schiaffone volava. Ma erano cose sporadiche da sfogare col tira pugno a gettoni.
Un grande bagno di folla ed abbracci magari insinceri ma comunque di scena. Venivano giù tutti a Cerano al luna park.
Vedevi pure tue compagne di classe o scuola in versione notturna; da farti ripensare a molte cose
Forse la birra o le luci magari lo zucchero filato… ti sentivi tutto gasato e eccitato. Bastava poco …e poi i Say yeah…
C’era la magia, la fantasia magari tanta ipocrisia ma buona. Quanto la festa finiva sentivi un grande vuoto. Quello del caldo che lascia spazio all’aria fresca del ritorno tra i banchi. Una ebrezza che ti fa capire che tra poco si inizierà a soffrire sulle sudate carte. In attesa di un nuovo periodo
1990 fare un remake perché non chiamare tutti per rimettere in scena???
Le seconde parti non vengono mai bene come la prima. Oggi è lo spazio dei giovani trasmettiamo le nostre emozioni non convinzioni di superiorità. E la festa continuerà….”
Massimo Moletti






















