Centro Missionario Magentino, continuano in Uganda i progetti partiti negli anni ’70 con don Bruno e il dottor Leone

Parla Paolo Meda, l'attuale presidente del centro che ha la sede a Marcallo con Casone. Tante le attività svolte nel corso di questi anni.

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Continua l’attività a Gulu, in Uganda, del Centro Missionario Magentino. Da circa tre anni il presidente è Paolo Meda, ovvero da quando è morto don Bruno Pegoraro. La sede è a Marcallo con Casone e accoglie all’incirca una trentina di volontari. Il CMM è nato nel 1972 per opera di don Bruno e del dottor Mario Leone ed è un aneddoto anche divertente quello che ci ricorda Paolo Meda su come si formarono i primi volontari per l’Uganda.

“Venne nella nostra zona il Vescovo di Gulu – ricorda – per celebrare le cresime a Magenta ed era ospite del dottor Leone. Ebbe un banale imprevisto nel senso che si ruppe un bottone della tonaca e la moglie del dottor Leone gliela cucì. E’ in quel momento che al Vescovo venne l’idea della necessità di avere persone che insegnassero alle donne ugandesi lavori come il taglio e cucito”. La donna, soprattutto in quell’epoca, non era considerata in Uganda e l’arrivo dei primi volontari aveva come obiettivo proprio quello di rivalutare le condizioni di vita del mondo femminile. Il dottor Leone e don Bruno costituirono il primo gruppo di volontari che cominciarono a spedire i materiali in Uganda. “Negli anni ‘80 – continua Meda – arrivarono i primi carpentieri, falegnami, muratori, elettricisti per costruire la prima scuola, ovvero la Santa Monica’s Girl Tailoring School. Insieme ad una suora comboniana partirono i primi corsi di taglio e cucito. Un impegno notevole, ma i risultati arrivarono fin da subito. Tanto che nacque anche il Negri College, una scuola professionale maschile”.

Il CMM continuò la sua attività nel settore agricolo per rendere autonoma la popolazione. Partì il ‘progetto pozzi’ per il recupero dei pozzi non più attivi. “Per scavare un pozzo sono necessari circa 10mila euro – aggiunge Meda – Per recuperare un pozzo già scavato ne bastano 500”. Lorenzo Beretta è un volontario che in questo periodo vive a Gulu e sta seguendo i vari progetti. Negli ultimi quattro anni, ha spiegato, il CMM è arrivato a recuperare circa 800 pozzi, gli ultimi 4 recentemente. “L’attività si è un po’ fermata in periodo covid – conclude Meda – Ma stiamo riprendendo sempre con il discorso agricolo e con i pozzi. Abbiamo collaborato con i Salesiani costruendo una scuola elementare, media e superiore a 15 chilometri da Gulu. Una delle cose più belle è che gli operai che lavoravano con noi sono diventati autonomi e hanno fatto nascere un’impresa”.

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