Cent’anni fa oggi. In ricordo di Giuseppe Restelli

Le parole del Consigliere regionale rhodense Carlo Borghetti

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “I vecchi sono i padroni della Casa”. Oggi le parole “vecchi” e “padroni” suonano male, ma con quella espressione -che gli ho sentito ripetere tante volte in 10 anni di lavoro al suo fianco- Giuseppe Restelli esprimeva il suo stile di gestore di servizi sociosanitari:

gli anziani ospiti della Casa di Riposo, e niente altro, erano per lui il fine esclusivo dell’attività assistenziale, non certo il profitto della struttura o il prestigio del Presidente.

Un modo alto e concreto di vivere la priorità del prossimo nella sua vita e nel suo lavoro, immediatamente dopo Colui che scherzosamente chiamava il suo “Padrone”.

Nasceva 100 anni fa oggi, l’8 agosto 1924, e per tutti gli 83 anni della sua vita il dr.Restelli (così lo chiamavamo i più) mise in pratica il motto paolino da lui scelto per sè e per la sua RSA: “in caritate fundati et radicati”.

Quando gli scattai la foto qui allegata non mi accorsi di averlo ritratto circondato da così tanti suoi “oggetti quotidiani”: il Messale, l’Osservatore Romano (sopra l’Avvenire e il Corsera), la lente per aiutarsi nella lettura, la forbice (legata alla scrivania per non perderla) con cui ritagliare gli articoli da conservare, le innumerevoli cartellette dove riporre gli appunti scritti con l’immancabile penna tenuta nel taschino, la carta “di riciclo” e due telefoni, uno per chiamare l’interno dei collaboratori e uno per l’esterno…

Il carattere irruente e burbero di una vita si era trasformato in mitezza negli ultimi tempi, tanto che era difficile immaginarne la intensa biografia:

partigiano del CLN di Rho, laico consacrato nell’istituto del suo maestro Giuseppe Lazzati, capo del personale dell’ENI dell’amico Enrico Mattei, co-fondatore dell’ente sociosanitario rhodense che oggi porta il suo nome, collaboratore del card. Montini, amministratore de Il Giorno e di Avvenire, consigliere e assessore comunale a Rho con la sinistra democristiana, fondatore della Cittadella della Solidarietà della Poglianasca di Arluno e dell’Uneba, l’associazione che riunisce attività sociosanitarie e assistenziali in Lombardia e in Italia, e tanto altro ancora…

A noi coltivarne la memoria, ma per tradurla in fatti concreti, perché a lui non interessavano tante parole, ma i fatti, e il “succo”, anzi -detto nel suo adorato dialetto- “el buter”, il burro.

Carlo Borghetti

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