Cassinetta di Lugagnano: il Sindaco Finiguerra accoglie la delegazione palestinese in comune

Consegnato il documento ufficiale con il quale il consiglio comunale chiede formalmente al governo di riconoscere lo stato di Palestina.

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Cassinetta di Lugagnano ha accolto sabato mattina la delegazione palestinese guidata da Mona Abuamara, ambasciatrice dello Stato di Palestina in Italia, insieme a diversi rappresentanti del governo palestinese. A fare gli onori di casa è stato il sindaco Domenico Finiguerra, che ha salutato gli ospiti nella sala consiliare del Comune, gremita di cittadini. Durante l’incontro, il sindaco Finiguerra ha consegnato all’ambasciatrice un documento ufficiale con il quale il Consiglio comunale di Cassinetta di Lugagnano chiede formalmente al Governo italiano di procedere al riconoscimento dello Stato di Palestina.

Un atto politico e simbolico che, come ha ricordato il sindaco, non possiede valore istituzionale diretto, ma rappresenta il potere della fraternità che una comunità locale può esprimere. Finiguerra ha tracciato un quadro duro e realistico di ciò che sta accadendo in Palestina, in particolare nella Striscia di Gaza: morte, distruzione, condizioni disumane che milioni di persone sono costrette a vivere quotidianamente. Il sindaco ha sottolineato il contrasto tra quella realtà e la quotidianità italiana. Ha ricordato come l’impegno del Comune non nasca oggi: già il 14 ottobre 2024, Cassinetta aveva voluto rompere il silenzio esponendo dai balconi istituzionali la scritta Stop genocidio, per risvegliare l’attenzione pubblica e rompere l’indifferenza.

Nel suo intervento, si è chiesto: «Dopo 70 anni di occupazione e chissà quante persone che hanno perso la vita, ci siamo domandati: se il nostro Governo non fa nulla per fermare tutto questo, cosa possiamo fare noi, piccolo comune di duemila abitanti? Cosa può valere la nostra piccola voce in un oceano di propaganda?». L’incontro si è concluso con un momento di forte partecipazione emotiva: l’intera platea si è alzata in piedi e ha intonato il coro “Palestina libera”, riempiendo la sala consiliare con una richiesta di giustizia e autodeterminazione.

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