Cassazione: il saluto romano e’ reato se integra un pericolo fascista

La decisione degli Ermellini

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Le Sezioni Unite della Corte suprema di cassazione, nella udienza pubblica di oggi, hanno deciso che la condotta tenuta nel corso di una pubblica manifestazione consistente nella risposta alla “chiamata del presente” e nel cosiddetto “saluto romano”, rituali entrambi evocativi della gestualità propria del disciolto partito fascista, integra il delitto previsto dalla legge Scelba (art. 5 L. 1952/645), ove, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idonea ad integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista, vietata dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. Lo rende noto la Corte con una nota. Le motivazioni verranno depositate nelle prossime settimane.

I giudici della Suprema corte inoltre hanno affermato che a determinate condizioni può configurarsi anche il delitto previsto dalla cd. legge Mancino (art. 2 del Dl 26 aprile 1983, convertito, con modificazioni, nella legge 25 giugno 1993, n. 205) che vieta il compimento di manifestazioni esteriori proprie o usuali di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Gli ermellini infine hanno poi stabilito che tra i due delitti non sussiste rapporto di specialità e che essi possono concorrere sia materialmente che formalmente in presenza dei presupposti di legge.

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Altre Storie

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Altre Storie

Pubblicità

contenuti dei partner