CASOREZZO – Parlare di chi muore per una malattia fulminante, nel pieno della vita, a neppure 50 anni, è ai limiti del proibitivo. Se poi non lo si era sentito neppure nominare, ancora di più.
Ma sempre se una mattina vieni svegliato alle 7 da un amico in vacanza in Sudamerica, che ti prega di ricordare una persona appena morta cui era legatissimo, allora significa che quella persona deve avere lasciato una traccia forte.
Casorezzo oggi ha vestito l’abito dei giorni di lutto per salutare, una ultima volta, Massimo Bertani. Classe 1969, faceva l’agente di viaggi per l’agenzia Decio.
‘Fabrizio sono distrutto, fai risaltare il suo nome in ogni dove, glielo devo io come moltissimi altri. Era una persona unica, per me’.
Massimo era tante cose. Presidente delle Vecchie Glorie, un vero animale da vita sociale, tanto che oggi a rendergli l’ultimo saluto sono arrivati dei suoi amici persino dalla Spagna.
Fuori dalla chiesa di Casorezzo, stamani, c’era una sua foto sorridente sovrastata dalla foto ‘Per sempre con noi’. Massimo Bertani, per qualcuno, era il Principe.
Chi scrive ha sempre cercato di trasformare un funerale in una torcida di samba. E negli occhi ha sempre avuto quel fuoco che ho rivisto in quelli di Massimo. E’ un fuoco che spesso nasconde un grande dolore.
In meno di 2 ore, almeno 5 persone mi hanno parlato di Massimo Bertani usando le stesse o quasi parole di elogio e commiato.
E allora mi sono fatto l’idea di un personale rimpianto: mi sarebbe piaciuto incrociare gli occhi di Massimo al bancone di un bar. Che è da sempre la mia ancora di salvezza, il luogo dove quelli come noi si sentono a casa, a Casorezzo come a Caracas o a Rio de Janeiro.
Ciao Massimo, riposa in pace. A noi resta la certezza che l’uomo spesso vede, ma non comprende. Saluti dal bar.
Fabrizio Provera
“Ecco, ora scompaiono i volti e i luoghi. Assieme a quella parte di noi che li aveva amati. Per rinnovarsi, trasfigurati, in un’altra trama”.