― pubblicità ―

Dall'archivio:

Casorezzo: inquinamento da cromo esavalente nel pozzo, il Comitato Salviamo il Paesaggio allerta il Sindaco Oldani

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

CASOREZZO –  Da cosa  o chi sia causato non è dato saperlo. Ma  un fatto è certo: il pozzo del campo sportivo comunale di Casorezzo non gode di buona salute. E’ il comitato “Salviamo il paesaggio” ad avere allertato il sindaco Pierluca Oldani. Dai rilievi effettuati, come si legge in una nota diffusa dallo stesso primo cittadino, emerge “un alto livello di inquinamento da cromo e cromo esavalente nettamente superiore ai limiti normativi”. 

Il comitato “Salviamo il paesaggio” di Casorezzo, prosegue la nota, “nell’ambito delle azioni di contrasto alle attività di svolgimento presso l’area di cava RG 17 (ex Ateg 11) che da anni porta avanti, ha incaricato tramite il proprio legale un qualificato consulente chimico forense”.   Immediata la segnalazione di Oldani a Regione e Città Metropolitana a cui ha richiesto di “avviare le opportune indagini volte a identificare il responsabile dell’evento di superamento”. Oldani si è però rivolto da Ats per accertarsi su “eventuali rischi per la salute umana”.

Se tali rischi emergessero, il primo cittadino emanerà un’ordinanza contingibile che dispone la chiusura dell’area freatica interessata. Un’ultima segnalazione è stata effettuata a Cap che detiene la proprietà del pozzo “per chiedere un confronto tra i valori attuali di presenza di cromo e quelli rilevati all’atto dell’escavazione nel 2013”.  Il fenomeno suscita particolare apprensione in quanto , si legge ancora nella nota, “è stato rilevato in una zona interessata allo scorrimento di falda sulla direttrice avente a monte l’area di cava RG 17”. Oldani ha quindi chiesto il compimento di un’analisi idrogeologica su un’area di maggiore ampiezza. “Appare a questo punto indispensabile – ha detto “Salviamo il paesaggio” – fare luce sulle reali condizioni  di inquinamento della falda acquifera del nostro territorio , troppo spesso derubricate come storiche e non rilevanti dalle Autorità di controllo anche negli atti autorizzativi rilasciati negli ultimi anni per le varie attività dell’ex Ateg 11″.  Insomma, la necessità è di vederci chiaro su un fenomeno che, se non adeguatamente monitorato, può riverberarsi su chi consuma acqua di rubinetto in paese.

Cristiano Comelli   

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi