Caso Santanché, lezioni di garantismo da Matteo Renzi: non chiediamo dimissioni di ministro indagato

Qualcuno per fortuna rimane..

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

“Non e’ un tema che mi riguarda. Per quello che io ho sempre detto noi siamo garantisti e non attaccheremo mai la Santanche’ su questioni giudiziarie”.

Lo ha detto il leader di Italia Viva a margine della conferenza programmatica del partito a Milano. “Attacchiamo Santanche’ e tutto il governo sulle questioni politiche, che e’ una cosa diversa. Noi non siamo come quelli che chiedono le dimissioni di uno indagato perche’ e’ di un’altra forza politica, perche’ ci sono nei partiti in questo momento persone che sono condannate in primo grado che siedono in Parlamento e nessuno gli dice niente. Come e’ giusto che sia perche’ fino a quando non sei con sentenza passata in giudicato considerato colpevole, e’ giusto che tu abbia il diritto di essere considerato innocente. Per noi un cittadino indagato, imputato, condannato in primo grado e’ comunque un cittadino innocente. Poi se la gente si vuole dimettere fa benissimo a farlo se crede di volerlo fare, ma nessuno di noi chiede le dimissioni per un avviso di garanzia. Questo fa la differenza tra le persone serie e i giustizialisti”, ha aggiunto.

– Da quanto si è appreso, i pm Marina Gravina e Luigi Luzi con l’aggiunto Laura Pedio, circa due settimane fa, hanno delegato il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano per ricostruire la vicenda della villa di Forte dei Marmi appartenuta al sociologo scomparso la scorsa estate.

L’immobile è stato acquistato da Kunz e Laura De Cicco, con un preliminare di vendita del 22 luglio 2022, a una cifra congrua per un immobile di 350 metri quadrati su tre livelli con giardino e piscina e che necessitava di lavori di manutenzione.

A destare i sospetti dell’Antiriciclaggio di Bankitalia è stato il guadagno di un milione su cui ora le Fiamme Gialle faranno approfondimenti. Non solo per capire la provenienza della somma versata dall’imprenditore Rapisarda ma anche quale è stata la destinazione della somma della plusvalenza che sarebbe stata divisa a metà tra Kunz e la moglie di La Russa.

Sul fascicolo c’è il più stretto riserbo su quale sia il modello di iscrizione. Invece è trapelato che si sta valutando di convocare in Procura Rapisarda.

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Pubblicità

contenuti dei partner