È stata respinta la richiesta della Procura di Milano di una perizia in incidente probatorio sul caso della morte di Ramy Elgaml, il 19enne deceduto il 24 novembre 2024 al termine di un lungo inseguimento con i carabinieri. Lo ha deciso la gip Maria Idria Gurgo di Castelmenardo, negando di fatto la “super perizia” che i pubblici ministeri avevano sollecitato.
Ramy Elgaml, residente nel quartiere Corvetto di Milano, era in sella allo scooter guidato dall’amico Fares Bouzidi quando è caduto fatalmente dopo essere stato inseguito per circa 8 chilometri da alcune auto dell’Arma. Dopo la chiusura delle indagini preliminari per omicidio stradale nei confronti di Bouzidi e del carabiniere che era alla guida dell’ultima auto inseguitrice (Antonio Lenoci, secondo fonti di stampa), la Procura aveva richiesto l’accertamento tecnico non ripetibile.
I pm avevano motivato la richiesta lamentando che le consulenze tecniche già acquisite agli atti presentavano “conclusioni divergenti su diversi profili essenziali del fatto” e non consentivano quindi “di addivenire ad una ricostruzione univoca” della dinamica dell’incidente e delle eventuali responsabilità.
La gip, tuttavia, ha ritenuto che la Procura non abbia chiarito sufficientemente questo punto e che l’eventuale perizia per accertare se le condotte di guida abbiano inciso sull’incidente possa essere disposta ed espletata direttamente nella fase dibattimentale, ovvero durante il processo. La decisione della gip spiana la strada alla richiesta di rinvio a giudizio per omicidio stradale per l’amico di Ramy, Fares Bouzidi, e per il militare dell’Arma.