“E’ stata una settimana abbastanza difficile, non voglio anticipare nulla della strategia difensiva per martedì senza prima confrontarmi con la mia collega e il mio assistito”. Massimo Lovati, che insieme all’avvocata Angela Taccia, difende Andrea Sempio indagato per l’omicidio di Chiara Poggi – uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco e per il cui delitto è stato condannato in via definitiva il fidanzato Alberto Stasi – non si sbilancia. Parole per non concedere vantaggi all’accusa, ma che restituiscono anche l’idea di giorni serrati.
Mercoledì 14 maggio i carabinieri hanno bussato alla porta di Sempio, amico del fratello della vittima, per una perquisizione. Hanno acquisito materiale informatico e vecchi scritti convinti, anche in questo modo, di trovare elementi utili alle indagini. Ad oggi il cellulare di Sempio e della madre è ancora nelle mani dei carabinieri: “mi risulta – dice all’Adnkronos – che devono fare le copie forensi e non è un’operazione del tutto semplice, richiede tempo, quindi dovranno attendere la fine di queste copie per riavere il telefono”. Venerdì 16 maggio la difesa è comparsa al Palazzo di giustizia di Pavia per l’udienza sull’incidente probatorio che detterà i tempi delle analisi per stabilire se il materiale – due Dna maschili – trovato sulle unghie della vittima possa essere confrontato con quello di Sempio e su l’eventuale match possa avere validità scientifica.
E sempre ieri è diventata pubblica la notizia che l’indagato, a quasi 18 anni dalla morte di Chiara Poggi, dovrà comparire nel primo pomeriggio di martedì 20 maggio, sempre a Pavia, per essere interrogato. In tutto questo l’indagine, sempre mercoledì scorso, è stata caratterizzata anche dal recupero di alcuni oggetti, da un canale che scorre a Tromello, che potrebbero essere compatibili con l’arma (mai identificata) con cui è stata uccisa la ventiseienne. In attesa che martedì i magistrati svelino qualche asso nella manica, l’avvocato è guardingo: “Sarà lunga questa storia”.