Dai 3 ai 6 anni di reclusione. Sono le richieste di condanna che la Procura di Milano ha fatto questa mattina nel processo a 11 anarchici milanesi e non, per i disordini nella manifestazione in solidarietà di Alfredo Cospito dell’11 febbraio 2023.
“Non una manifestazione come tutte le altre ma organizzata al fine di fare guerriglia urbana”, hanno detto nella requisitoria i pubblici ministeri Leonardo Lesti e Francesca Crupi ripetendo più volte l’espressione “guerriglia” davanti a giudici della decima sezione penale (collegio Bertoja-Taricco-Cantù Rajnoldi) e descrivendo le fasi più concitate, durate alcune minuti, delle colluttazioni fra manifestanti e agenti della Questura in servizio in Piazza XXIV Maggio e viale Sabotino. Le accuse sono a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale aggravata, danneggiamento e travisamento. Gli esponenti della “galassia anarchica” avrebbero indossato “abbigliamento sintomatico di un atteggiamento aggressivo”, hanno detto i pm ricordando gli “imbrattamenti di banche e negozi”, il “danneggiamento di 2 auto Enjoy”, il lancio di “bombe carta e petardi” e “l’accensione di fumogeni per permettere il travisamento di altri soggetti” come “tattica di guerriglia urbana”. La pena più elevata a 6 anni è stata chiesta per un 30enne di Sesto San Giovanni gravato da recidiva infraquinquiennale e con precedenti per resistenza. Per gli altri le richieste più lievi da 3 anni (senza l’accusa di resistenza), 3 anni e 2 mesi, 3 anni e 6 mesi e 4 anni. Nel corso delle indagini della Digos, 6 persone sono state sottoposte a misura cautelare con ordinanza del gip Guido Salvini.
È sparita nel processo la contestazione di getto pericoloso di cose per il lancio di alcuni gavettoni che il Tribunale del Riesame aveva ritenuto non sussistente per disporre gli obblighi e i divieti di dimora.