Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.
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CANEGRATE – “Dalle donne giornaliste alle donne comuni, dalle bambine che i talebani vogliono in sposa ai soldati, ai bambini separati dai genitori all’aereoporto di kabul pur di salvarli, le donne che a fatica si sono fatte strada nel mondo del lavoro, dello sport, della cultura e anche della politica (ricordiamo Zarifa Ghafari la più giovane sindaco dell’Afghanistan. Una delle pochissime donne sindaco). L’inferno talebano e la proclamazione dell’emirato islamico – commenta Fornara- rappresentano la fine di tutto questo, il crollo della speranza di avere una vita normale per più di 38 milioni di persone. Il mio pensiero da membro delle istituzioni e da giovane impegnato nel volontariato, non può che andare in primis alle donne e ai bambini afghani.
Impossibile non provare rabbia anche per l’atteggiamento degli Stati Uniti e di un presidente che di fatto in diretta mondiale se n’è lavato le mani. Un presidente che ha fatto finta che le morti americane e anche nostre in Afghanistan, ben 54 morti italiani, non esistessero. Sono vicino a tutte le donne, bambini e uomini vittime innocenti della legge islamica, di una cultura che, tra l’altro, considera la donna come un oggetto privo di diritti. Un balzo nel Medioevo – conclude Fornara- che non possiamo e non dobbiamo accettare passivamente. Chiedo all’amministrazione comunale di Canegrate di esporre le bandiere istituzionali a mezz’asta in segno di solidarietà verso il popolo afghano”.
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