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Dall'archivio:

Cameri, 19 miliardi di euro per gli F35. Il Movimento 5 Stelle non ci sta

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Riceviamo e pubblichiamo dall’on. Davide Crippa del Movimento 5 Stelle

 

CAMERI – Si torna a parlare dell’annosa questione F35 che tanto ha diviso l’opinione pubblica. Infatti, secondo l’ultimo dossier del Pentagono i caccia, su cui il governo italiano continua a tenere duro, vengono letteralmente stroncati. «Il costo medio di ogni caccia, contrariamente alle stime – spiega l’onorevole del MoVimento 5 stelle Davide Crippa – continua a crescere, arrivando a sfiorare i 142 milioni di euro, in netta controtendenza rispetto alle previsioni italiane che li vedevano al di sotto della soglia dei 100 milioni. L’impegno italiano di acquistare gli F35, pari a 90 caccia, supererebbe di molto i 14 miliardi ufficiali, arrivando addirittura a 19 miliardi».

Non va meglio nemmeno sul fronte occupazione, dove le stime vedevano 10 mila addetti impegnati, ma i dati reali parlano di cifre molto inferiori.

«Dei 10 mila lavoratori – prosegue Crippa – impegnati nella cosiddetta linea MROU (maintenance, repair, overhaul & upgrade, ovvero manutenzione, riparazione, revisione e aggiornamento) a Cameri, in realtà i dati parlano di circa 3500 addetti, secondo la relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello stato 2016, pubblicata a fine giugno. La stima della corte dei conti si riferisce ad un potenziale futuro di occupati di 3500: ad oggi gli occupati non dovrebbero essere più di 1200 sempre, compresi i trasferimenti da altre sedi del gruppo Alenia. Un decimo rispetto alle ottimistiche stime iniziali. Inoltre, come spiegato dallo stesso Ad di Finmeccanica Moretti in un’audizione alla Camera, il Pentagono avrebbe deciso l’assegnazione di lavori extra strutture sul progetto JSF-F35 in Olanda, Gran Bretagna e Australia, oltre che la parte motore in Turchia, togliendo, di fatto, lavoro alla struttura di Cameri. Questa è la dimostrazione che le cifre sbandierate da Cota nel 2011 di 10mila nuovi posti di lavoro, o dal deputato Gaetano Nastri di Fratelli d’Italia che non più di tre anni fa annunciava entusiasta la manutenzione esclusiva dei bombardieri americani proprio nel comune novarese, erano solo bugie».

La questione F-35 è stata oggetto anche di una discussione in parlamento della mozione promossa dal senatore pentastellato Roberto Cotti per impegnare il Governo a non procedere all’acquisizione dei requisiti hardware e software necessari per equipaggiare le varie versioni del velivolo F-35 delle capacità necessarie per trasportare e sganciare armi nucleari del tipo B61-12, il cui schieramento operativo sul territorio europeo è previsto a partire dalla fine del decennio nell’ambito dei programmi di condivisione nucleare dell’Alleanza Atlantica.

Abbiamo notato che la senatrice Ferrara, una delle maggiori oppositrici, in campagna elettorale, agli F-35, si è assentata solo per questa votazione. Qualche problema a votare contro le direttive per partito?

«Il consiglio regionale del Piemonte – spiega Paolo Andrissi – ha approvato un mio odg che chiedeva al governo di partecipare ai negoziati in assemblea nazionale dell’ONU cosa che l’Italia non ha fatto. Ora presenterò un altro atto di indirizzo per chiedere al governo italiano di ratificare il trattato per la messa al bando, nel frattempo approvato all’ONU, e chiediamo a tutti i consigli comunali piemontesi di fare altrettanto».

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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