Il Gip del tribunale di Busto Arsizio (Varese) ha archiviato le accuse di maltrattamenti in famiglia a carico di Marco Manfrinati, l’ex avvocato di 40 anni, che lo scorso 5 maggio, come ha confessato, tentò di uccidere la ex moglie Lavinia Limido a coltellate, riducendola in fin di vita, e assassinò il padre della donna Fabio, 71 anni, intervenuto per salvarla.
Lavinia, nel contesto di una separazione difficilissima con un bimbo di 4 anni conteso e un serie di denunce incrociate, aveva denunciato Manfrinati per maltrattamenti mentre lui aveva denunciato la ex per sottrazione di minore. La denuncia dell’uomo era già stata archiviata e ora anche questa denuncia è stata archiviata dal Gip di Busto Tiziana Landoni.
Manfrinati è inoltre a processo a Varese per stalking nei confronti dell’ex moglie e dell’ex suocera Marta Criscuolo.
Dopo la decisione del Tribunale di ieri l’avvocato Fabrizio Busignani, difensore di Manfrinati ha sottolineato che “il Gip di Busto Arsizio ha archiviato il procedimento a carico di Marco Manfrinati per presunti maltrattamenti in famiglia evidenziando le smentite investigative alle false accuse contenute nelle querele depositate, le numerose e gravi contraddizioni nelle dichiarazioni rese dei gruppo familiare Limido Criscuolo sia nelle querele che nelle varie sommarie informazioni testimoniali ed il grave astio da costoro nutrito contro Marco Manfrinati”. “Un maggior rispetto da parte degli organi di informazione della presunzione di innocenza prevista dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione Europea sui diritti dell’uomo – ha aggiunto – avrebbe evitato di generare un clima di odio ingiustificato nei confronti di Marco Manfrinati, peraltro alimentato a bella posta da chi aveva accusato falsamente il mio assistito di fatti non veri”.