BUSTO ARSIZIO – Un anno fa circa il Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio aveva notificato a un tunisino di 45 anni l’ordinanza del Gip che gli vietava di avvicinarsi alla donna con la quale aveva avuto una relazione e che perseguitava da anni, con pesanti minacce di morte (“ti brucio con la benzina”), appostandosi fuori di casa sua o dal luogo di lavoro, pedinandola durante gli spostamenti, aggredendola fisicamente o ingiuriandola ogni volta che riusciva ad avvicinarla.
L’uomo non aveva esitato a seguire la vittima neppure quando era entrata nei locali del Commissariato per sporgere denuncia. Da qui la denuncia per stalking e l’emissione della misura cautelare, richiesta al Gip dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio che aveva coordinato le indagini della Polizia di Stato. Il divieto di avvicinamento tuttavia non è stato sufficiente a far desistere l’uomo dalle sue azioni persecutorie tanto che la vittima, chiamata a deporre in Tribunale dove si sta svolgendo il processo, ha spiegato che l’ex negli ultimi mesi ha ricominciato a seguirla, ad appostarsi quasi quotidianamente fuori dai luoghi da lei frequentati e a rivolgerle minacce e offese. Queste rivelazioni hanno indotto la Procura della Repubblica a richiedere l’aggravamento della misura cautelare e il Tribunale a sostituire il divieto di avvicinamento con la custodia cautelare in carcere. Il tunisino, privo di stabile dimora, è stato rintracciato ieri pomeriggio dagli uomini del Commissariato nei pressi della stazione ferroviaria e portato in carcere.