Nella mattinata di oggi, è da registrare un nuovo episodio di violenza nella Casa Circondariale di Busto Arsizio: a dare la notizia è Alfonso Greco, segretario per la Lombardia: “questa mattina, ennesima aggressione ad un poliziotto penitenziario presso il carcere di Busto Arsizio.
Un detenuto magrebino ristretto in sezione ex 32 r.e. per eteroaggressività, chiesta una somministrazione farmacologica fuori dall’orario previsto, informato dal poliziotto in servizio in sezione che doveva attendere l’arrivo dell’infermiera, dal cancello della propria cella scagliava un pugno al volto del poliziotto.
Oramai non c’è più rispetto dell’istituzione che rappresentiamo”. Il sindacalista evidenzia che “il personale di polizia penitenziaria è esausto e attende quanto prima che questa situazione possa essere sanata senza dover ogni giorno sperare di non tornare a casa con lesioni o altro.
Un plauso al personale della Polizia Penitenziaria di Busto Arsizio che, ancora una volta con grande professionalità ha evitato che la situazione degenerasse, riportando l’ordine e la sicurezza all’interno dell’Istituto di pena”.
Commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti”.
Per il leader nazionale del SAPPE, “ci sono troppi detenuti che presentano problemi psichiatrici. Questa una delle gravi problematiche che al momento interessa le carceri italiane, e purtroppo non risparmia neanche Busto Arsizio”. È così che anche a Busto” gli agenti della Polizia Penitenziaria, pur non avendo le competenze necessarie, sono chiamati a gestire queste persone con le più svariate problematiche mentali”. Il leader del SAPPE ricorda, inoltre, che “il problema dei detenuti con disagio psichiatrico è la prima e più importante emergenza nazionale nelle carceri italiane. La riforma che ha previsto la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non ha indicato delle valide alternative, tant’è che è stata bocciata anche dalla Corte costituzionale”.
“Si riparta da questi gravi fatti caduti nel carcere di Busto Arsizio, al netto delle attestazioni di solidarietà e vicinanza al poliziotto ferito, per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”, conclude Capece.