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++Bufera politica di mezza estate: Per Cassinetta si spacca, Finiguerra appeso a un filo. Sbattono la porta tre consiglieri di maggioranza

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CASSINETTA Tre consiglieri di maggioranza che annunciano le dimissioni (che verranno formalizzate al prossimo Consiglio comunale), una durissima polemica contro le ultime scelte del sindaco Domenico Finiguerra ed i suoi metodi. Infine, dopo la fuoriuscita di altri  esponenti della lista Finiguerra nei mesi scorsi (a marzo si dimise Fabiana Magro), l’Amministrazione dovrebbe rimanere in piedi pur avendo perso buona parte della sua maggioranza: il neo candidato al Senato con Luigi De Magistris, insomma, è appeso a un filo. Ma rimane in carica. Almeno per ora, e se non ci saranno altri addii…
Ecco il durissimo comunicato vergato dai consiglieri comunali dissidenti.

“Con la decisione personale di Domenico Finiguerra di candidarsi al Senato della Repubblica alle prossime elezioni del 25 settembre, si conclude un capitolo della storia di questa Amministrazione, perché la Maggioranza che lo ha sostenuto fino a questo momento non sarà più la stessa.
I consiglieri Gibelli, Pisati, Rubin rassegneranno le proprie dimissioni.
Il percorso iniziato a febbraio 2021 contava un gruppo composto da circa una trentina di persone, desiderose di lavorare ad un progetto concreto e allo stesso tempo visionario, animato da uno spirito onirico che potesse trasformare in realtà virtuosa la Cassinetta del domani.
Un progetto di alto valore, che impegnava figure di spessore e di grande disponibilità, mosse dalla comune ambizione di far ricoprire a Cassinetta un ruolo importante nell’Abbiatense, di creare una rete commerciale, di sviluppare turismo con lo scopo unico di valorizzare il nostro Paese.
In questi dieci mesi è stato svolto un lavoro importante dall’amministrazione, fatto di piccoli e grandi interventi sia concreti, sia culturali.
Anche per questo, nell’intenzione di portare a compimento le idee e i progetti apprezzati dalla maggioranza della nostra comunità, abbiamo deciso di operare sino ad ora con piena dedizione, per il rispetto delle persone che ci hanno votato.

Confermiamo che rifaremmo ogni scelta fatta perché, nonostante il rammarico, restiamo fermamente convinti che Cassinetta non debba essere amministrata da esponenti il cui presente e/o passato sia legato a ideali politici di centro destra.
Convinti che la ricchezza delle differenze fosse un acceleratore, che le diverse personalità, le storie e le esperienze di ognuno potessero costituire una maggiore rappresentatività della nostra comunità, abbiamo lavorato per mettere Cassinetta al centro delle nostre azioni.

Purtroppo, però, ciò che si è verificato è stato un progressivo sbriciolamento di quella identità fondativa del gruppo a favore di defezioni, lacerazioni e dissapori malcelati.
A nulla sono valsi gli allontanamenti di attivisti e consiglieri che si sono sentiti “non graditi”.
Le dimissioni da Capogruppo di Roberto Pisati e di Fabiana Magro in qualità di Consigliera delegata sono il risultato di un dialogo cercato e non trovato.

Per questo, dopo i tanti tentativi che non hanno modificato il modus operandi, non abbiamo trovato una scelta differente rispetto alle dimissioni rinunciando noi stessi alla possibilità di crescere, sia come persone che come gruppo, perdendo l’occasione di promuovere il richiamo alla condivisione e alla partecipazione politica che in questi mesi non si sono mai realizzate.
Allontanare la discussione e i pareri contrari, evitando il conflitto vissuto come nemico e non come forza di crescita, è stato tra i fattori che maggiormente ha minato la vita sana di questa unione.

Oggi, a pochi mesi di distanza, ci ritroviamo ancora una volta prigionieri dell’ennesima candidatura autoreferenziale di Domenico Finiguerra, (Città Metropolitana prima e Senato ora) senza che il diretto interessato abbia favorito un dibattito preventivo, un percorso collegiale, con il gruppo che lo accompagna in questa esperienza amministrativa confermando, ancora una volta, una perpetua distonia tra i bisogni individuali di Domenico Finiguerra e le progettualità collettive espresse da una maggioranza plurale.

Tralasciamo quindi qualsiasi punto regolatorio sulla possibilità di far coabitare il ruolo del Sindaco e quello del Senatore che non costituisce il cuore della questione.

Nessun tema di illegittimità o di irregolarità, nel merito, Domenico Finiguerra:
– si candida a Città Metropolitana prima e al Senato
– sostiene la sua personale battaglia No Green Pass
– prende le decisioni e delibera in giunta ben oltre gli argomenti condivisi con la sua maggioranza
– rende edotta delle decisioni prese la popolazione attraverso i social cinque minuti dopo aver informato la sua maggioranza.
– pubblicizza una serie di azioni e decisioni deliberate in giunta su argomenti importanti e di grande richiamo mediatico a ridosso delle elezioni relative alle sue due candidature, riorientando i contenuti delle sue comunicazioni Social secondo quanto necessario alla sua personale visibilità.

Sebbene tutto questo sia avvenuto nella legittimità, è grave che si siano traditi i principi del Codice Etico con la totale assenza di dibattito e confronto con la sua maggioranza, esattamente quella maggioranza composta da persone che sono servite a scrivere i sogni e successivamente a realizzarli.
Tutte le decisioni sopra citate sono state comunicate al gruppo di maggioranza attraverso messaggi WhatsApp (…), a volte pochi minuti prima della comunicazione pubblica, a volte qualche minuto dopo senza la benché minima condivisione dell’orientamento politico e senza il rispetto del concetto stesso di collettivo.

Questo aspetto di condivisione e partecipazione a cui ci richiamiamo non è solo una connotazione individuale ma si ritrovava tra i punti che abbiamo sottoscritto con il nostro Codice Etico dove si legge:

Le persone aderenti al Gruppo Per Cassinetta di Lugagnano:

a. considerano il pluralismo una ricchezza e scelgono il confronto democratico come metodo per ricercare sintesi condivise
e. vivono l’impegno politico con responsabilità e, per questo, sentono il dovere di confrontarsi e di dare conto del proprio operato, si impegnano a condurre il confronto con “volontà d’intesa”, ricercando cioè una reale interlocuzione. Favoriscono la trasparenza dei processi decisionali e la partecipazione democratica nelle forme più inclusive;
f. ispirano il proprio stile politico all’onestà e alla sobrietà, mantengono con i cittadini un rapporto corretto, senza limitarsi alle scadenze elettorali;

Per questo motivo, la scelta personale di Domenico Finiguerra di seguire questa nuova opportunità verso il Senato rappresenta una scelta di carriera individuale che, seppur compatibile con il ruolo di Sindaco, definisce un ordine di priorità e di opportunità che non sono più coincidenti con i nostri valori, anteponendo l’IO al NOI, violando quei sacri principi che ci hanno fatto innamorare della bella politica, politica concreta che si mette al servizio della comunità senza fini carrieristici, come concretamente praticata ad esempio dall’impegno del Consigliere Mimmo Palladino.
Una politica lontana dalle segreterie di partito, dai veti incrociati e dalle anacronistiche liturgie di calcolo e strategie.

Tralasciando la qualità del tempo che Domenico Finiguerra possa dedicare alla amministrazione di Cassinetta, nel caso di questa ulteriore possibile elezione, ci permettiamo di condividere un ultimo pensiero.
Nel messaggio whatsapp in cui Domenico Finiguerra ci formalizzava la sua candidatura al Senato, ne indicava, tra le altre, anche una nobile ragione: sostenere la pace.
Vorremmo ricordare a Domenico che la pace deve essere coltivata con pratiche quotidiane che possano promuovere l’autenticità nelle relazioni, il rispetto e la trasparenza.
Il suo percorso politico così brillante e illuminato è stato sempre così fertile di scissioni e lacerazioni.
Questa è l’ultima. Forse.
Domenico Finiguerra, un uomo solo al comando, ha scelto questo tipo di comunicazione travisando il senso del verbo “informare” con quello di “condividere”, una scelta che sancisce in maniera irreversibile la differenza di visione circa la costruzione di un percorso comune. Noi ne prendiamo atto.
A qualcuno queste modalità non hanno generato alcuna fatica, ad altri hanno generato amarezza, difficoltà e frustrazione, perché non si è favorita né la trasparenza dei processi decisionali né la partecipazione democratica alle forme più inclusive citate nel nostro codice.
Impossibile quindi proseguire con un’esperienza in cui non ci sentiamo più parte attiva ma solo “parte votante”.
Abbiamo sempre creduto nelle potenzialità che idee diverse potessero avere cittadinanza a servizio di un fine comune, ma ci troviamo a pochi mesi di distanza a dover constatare che quell’ideale non è condiviso e ora, sinceramente stanchi, pensiamo che non vi siano più le condizioni per continuare”.

16 agosto 2022​​​​​

Gibelli Gionata
​​​​​​Pisati Roberto
​​​​​​Rubin Elena
​​​​​​Magro Fabiana
​​​​​​Adagio Stefano
​​​​​​Frassoni Andrea

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