Si sono costituite parti civili la moglie e la figlia della vittima nella prima udienza del processo in Corte d’Assise a Milano a carico di Benedetto Marino, finito in carcere il 10 ottobre scorso perché avrebbe fatto da “palo” nell’omicidio di Paolo Salvaggio, avvenuto a Buccinasco (Milano) l’11 ottobre 2021, garantendo “una celere e sicura via di fuga” in auto ad uno dei due killer, non identificati, che su un motorino hanno sparato tre colpi.
Oggi la Corte ha dato l’incarico al perito per la trascrizione delle intercettazioni e il difensore di Marino, l’avvocato Davide Montani, ha chiesto che venga trascritta anche una conversazione non indicata dai pm e che la difesa ritiene di “estrema rilevanza”. Il processo è stato aggiornato al 4 giugno.
Marino, 45 anni, nell’interrogatorio dopo l’arresto si era avvalso della facoltà di non rispondere. Tra gli elementi a carico dell’arrestato c’è anche il riconoscimento effettuato dalla sua compagna. Sentita nelle indagini condotte dal Nucleo investigativo dei carabinieri e coordinate dai pm Sara Ombra e Gianluca Prisco, la donna aveva riconosciuto il compagno quando le è stato sottoposto un “frammento” di immagine nella quale si vedrebbe Marino uscire dall’auto, prima del momento in cui avrebbe fatto salire a bordo uno dei due killer, per poi fuggire con lui.
Anche se Salvaggio era ritenuto elemento di spicco della criminalità milanese, con relazioni con la cosca ‘ndranghetista dei Barbaro-Papalia e con il “clan dei catanesi” legato al boss Angelo Epaminonda, non era stato individuato un movente della “esecuzione”. E’ “probabilmente legato a screzi passati – aveva scritto il gip – occorsi durante il periodo di detenzione di alcuni soggetti coinvolti”.