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Dall'archivio:

Brugherio: tagliò la strada ad una moto mentre cercava di parcheggiare la sua Range Rover, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio stradale

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Nell’incidente perse la vita il 42enne Simone Vulcano. Il ctu: “Manovra imprudente: il motociclista era visibile”
BRUGHERIO – MONZA BRIANZA / Perdere la vita per la foga di un automobilista. È quanto accaduto al 42enne Simone Vulcano che, in sella alla sua Honda sulle strade di Brugherio, in provincia di Monza, si è visto tagliare la strada all’improvviso da una Land Range Rover in procinto di parcheggiare dall’altra parte della carreggiata. Nessuno correva ma l’impatto, per il motocilista, è stato fatale. A distanza di 9 mesi dall’incidente, avvenuto l’8 febbraio 2022, M.F., 48enne di Monza alla guida del fuori strada, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio stradale.

I familiari di Simone Vulcano si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela delle vittime di incidenti stradali mortali.

“La consulenza tecnica del pubblico ministero – commenta Fernando Rosa, responsabile della sede di Giesse Risarcimento Danni a Monza – ha fatto emergere la piena responsabilità dell’automobilista che ha girato a sinistra all’improvviso, senza nemmeno guardare se, dal lato opposto, stesse arrivando qualcuno. Simone Vulcano ha avuto 0,97 secondi di tempo per reagire: troppo poco. Non è riuscito nemmeno ad azionare il freno”.

Eppure, il motocilista – come riportato nel fascicolo del pubblico ministero – era perfettamente visibile. Viale Lombardia, teatro del sinistro, è una strada rettilinea, con buona visuale sia di giorno che di notte. Sarebbe bastato guardare l’altra metà della carreggiata, attendere il passaggio dei veicoli e poi svoltare a sinistra.

“Appare evidente come il sinistro stradale in esame con esito mortale – scrive il ctu Domenico Romaniello -sia stato determinato essenzialmente dalla condotta di guida di F.M., conducente dell’autovettura Land Range Rover, per la sua manovra imprudente sulla carreggiata principale (…). Tale conducente avrebbe dovuto attenere che la carreggiata principale fosse completamente libera, prima di procedere”.

Invece, non è stato così. La svolta a sinistra – si legge sempre nella consulenza – è stata eseguita dall’automobilista “senza accertarsi della effettiva possibilità di poter compiere tale manovra e senza aver verificato la presenza dello stesso motociclista che si trovava a circa 14 metri di distanza, pertanto in posizione perfettamente avvistabile”.

Da qui, l’incidente e lo schianto frontale con il motociclista.

“È stato tutto così repentino e imprevedibile – continua Rosa, di Giesse – che Simone Vulcano non è riuscito a porre in atto alcuna manovra difensiva efficace. Sono tragedie che lasciano senza parole. Non parliamo dell’incidente in autostrada in cui le auto sfrecciano come bolidi, ma di una mancata precedenza che ha lasciato una donna e un bambino con meno di 3 anni senza un marito e senza un padre”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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