MILANO – La seconda ondata della pandemìa morde, e la Lombardia si trova di nuovo ad essere al centro dei numeri peggiori del contagio in tutto il Paese, e nelle case di riposo lombarde, le RSA, inizia a tornare la preoccupazione e il timore di rivedere un brutto film.
Sul tema interviene il dem Carlo Borghetti, vice presidente del consiglio regionale:
“A marzo e nei mesi seguenti nelle RSA della Lombardia si è consumato un dramma. Lasciate sole dalla Regione, impreparate a un tale evento, le RSA sono state teatro di un numero impressionante di decessi, i loro ospiti sono le vittime perfette del virus: sono anziani, cronici pluripatologici e vivono in comunità: è qui che bisogna intervenire subito! A 8 mesi dall’inizio della pandemìa la Regione ha inondato i servizi sociosanitari di raccomandazioni e protocolli, ma il sostegno ad affrontare il virus è un’altra cosa, anche il supporto previsto in alcune delibere è rimasto a oggi sulla carta, e se la Regione non si dà una mossa con iniziative concrete a sostegno di tutto il sociosanitario, rischiamo di vedere a breve un nuovo dramma, a partire dalle RSA.
Durante la prima ondata la maggior parte dei decessi Covid non era stata diagnosticata Covid, serve subito un Piano regionale per il tracciamento a tappeto frequente e periodico di operatori e ospiti, per evitare l’ingresso del virus nelle strutture e per isolare tempestivamente i positivi, scovando subito gli asintomatici, oltre a prevedere tutta una serie di sostegni rapidi e concreti mancati a marzo”.
Borghetti ha depositato insieme ai colleghi consiglieri PD una mozione per il Consiglio regionale di martedì prossimo, che dettaglia i punti del Piano regionale RSA che propone. Eccoli:
1. disponibilità di test per monitorare almeno settimanalmente tutti gli operatori sociosanitari in servizio e il personale (interno ed esterno) addetto ai servizi generali, al fine di evitare che questi possano portare dentro le strutture il virus;
2. possibilità di testare tutti gli ospiti almeno una volta alla settimana, al fine di poter mettere tempestivamente in isolamento gli ospiti positivi, anche asintomatici;
3. disponibilità certa di strutture di supporto per trattare gli anziani positivi, nel caso in cui la Rsa non abbia sufficienti spazi separati adeguati disponibili e la disponibilità di adeguati ricoveri ospedalieri per gli anziani più gravi, indipendentemente dalla loro età;
4. messa a disposizione senza formalità burocratiche di medici specialisti da parte degli ospedali (Asst) per consulenze e supporto al personale medico delle Rsa;
5. progressiva possibilità di visite per i parenti in sicurezza in relazione all’andamento epidemiologico e alla disponibilità di testare gli stessi all’ingresso con test rapidi;
6. garanzia di fornitura dei DPI da parte della Regione qualora si dovesse tornare in una situazione di scarsità come successo nella prima ondata epidemica;
7. versamento entro la prima metà di novembre 2020 dei contributi previsti nel budget 2020 e non ancora versati per i posti letto rimasti vuoti a causa della pandemìa, a parziale ristoro delle maggiori spese sostenute durante l’epidemia Covid-19;
8. istituzione di una “Cabina di regia regionale” con la partecipazione di specialisti e gestori per monitorare le misure di gestione e contenimento del Covid-19 nelle Residenze.
“Spero proprio che Fontana e Gallera, con la loro maggioranza, sappiano cogliere lo spirito costruttivo di queste proposte: lo chiediamo per i nostri anziani, qui la politica non c’entra niente”, conclude Borghetti