MILANOย ย “La Lombardia non ha mai smesso di essere la locomotiva del Paese, anzi dell’Europa, senza alcun bisogno di Giuseppe Conte”. Cosi il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti replica – su ‘prealpina.it‘ – alle considerazioni della lettera dell’ex premier Giuseppe Conte.
“Lo scopo di quella lettera e’ di raccattare qualche consenso nel mondo produttivo del Nord – osserva Bonometti – la realta’ e’ che nei primi sei mesi del 2021 l’export e’ tornato a livelli pre-crisi perche’ gli imprenditori e i lavoratori, il settore manifatturiero che e’ il vero traino della produzione in tempo di Covid, hanno continuato a credere nell’industria. Se funziona quella si riprenderanno il commercio, i consumi, i servizi, il turismo. Ci vorranno un paio d’anni”.
Nella lettera – prosegue Bonometti – “parla di Irap, cuneo fiscale, politiche attive, formazione professionale: ma questi sono cavalli di battaglia lombardi, che oggi i Cinque stelle lo scoprano e cerchino di farli loro e’ una mossa per niente credibile. Quando poi parlano di semplificazione e digitalizzazione, vorrei ricordare che come Confindustria elaborammo un pacchetto di misure per la semplificazione che venne portato in Consiglio regionale: i Cinque stelle lo sommersero presentando 600 emendamenti”.
Affinche’ la ripartenza sia efficace e piu’ rapida – spiega – servono “le riforme, prima di tutto della pubblica amministrazione e della giustizia, perche’ la burocrazia e’ un enorme ostacolo al lavoro e perche’ senza riformare la giustizia non troveremo piu’ un sindaco o un direttore amministrativo, Contano di piu’ dello stesso Pnrr. Altro che le idee strambe delle fattorie verticali”.
Sulle leggi speciali per Milano, fa presente come “quelli che oggi esultano per i successi a Tokyo e fanno queste proposte per Milano-Cortina 2026 sono gli stessi che si erano opposti a Roma come sede delle Olimpiadi”. Poi, conclude, il Nord e il Sud “devono funzionare insieme. Faccio un esempio: sul settore automobilistico abbiamo proposto la decontribuzione del costo del lavoro al Sud, per incentivare i costruttori a mantenere in vita gli stabilimenti in meridione.
Bisogna creare le condizioni per cui sia conveniente per le aziende investire a Sud, e si creera’ un circolo virtuoso; per esempio sulla questione della sostenibilita’, le richieste dell’Europa sull’abbattimento di CO2 rischiano di non essere ‘sostenibili’, troppo gravose allo stato tecnologico attuale, e per questo il settore auto e’ a grave rischio. Ci vuole misura. E
intanto, a proposito, sono due anni che aspettiamo dal ministero dell’Ambiente le disposizioni per il trattamento dei rifiuti.
Speriamo nel governo Draghi, che sta facendo buone cose”.