Sei anni e otto mesi di reclusione, riconoscendo attenuanti generiche per il comportamento tenuto durante il processo e l’incensuratezza fino al momento dei fatti. Il sostituto procuratore della repubblica Federica Ceschi ha chiesto la condanna per il 29enne bengalese che nell’estate del 2024 aveva violentato una bimba di 10 anni che, con la madre, era ospite come lui della struttura per richiedenti asilo all’interno di un ex albergo di Collio, in alta Valtrompia.
Il processo si sta celebrando con rito abbreviato e nella precedente udienza lo stesso imputato, assistito dall’avvocato Davide Scaroni, aveva chiesto scusa per la propria condotta. Un atteggiamento in linea con il suo comportamento anche subito dopo l’arresto da parte della Squadra Mobile della Questura quando aveva immediatamente ammesso i fatti che gli venivano contestati. Proprio sulle basi di questa collaborazione processuale dunque il sostituto procuratore ha ritenuto di chiedere che all’imputato vengano riconosciute le circostanze attenuanti generiche. La vicenda era venuta alla luce dopo una segnalazione dei medici del Civile che hanno visitato la bambina per quello che si pensava fosse solo un brutto mal di pancia. E invece avevano scoperto che la piccola era incinta. La madre e la figlia erano state immediatamente trasferite in una struttura protetta lontano da Brescia mentre l’uomo era stato arrestato e, dall’ottobre del 2024, si trova in carcere. Nel corso del processo erano state sentite alcune persone che hanno spiegato il contenuto delle immagini delle telecamere di sorveglianza della struttura e alcuni episodi sui quali avevano informazioni. Tutta la vicenda aveva portato prima ad una riorganizzazione del centro e poi alla sua definitiva chiusura. Il processo riprenderà il 13 gennaio quando, dopo eventuali repliche delle parti, il gup si ritirerà in camera di consiglio prima di emettere la sentenza.
CECCHETTI, ‘FATTO ATROCE’
“A Collio, nel bresciano, si è verificato un fatto atroce: una bambina di dieci anni violentata da un profugo accolto nel nostro Paese. Una vicenda che ferisce profondamente e che impone una risposta severa e chiara. La famiglia della piccola merita giustizia piena, non soluzioni al ribasso.”
“La richiesta di nemmeno sette anni è irricevibile. La magistratura deve applicare il massimo della pena, senza sconti né attenuanti. E chi commette un crimine tanto disumano non può restare sul nostro territorio un giorno di più: una volta emessa la condanna, deve scattare l’espulsione immediata, ancor prima dell’ingresso in carcere. L’Italia non può farsi carico della detenzione di chi ha compiuto simili atrocità.”
Lo dichiara Fabrizio Cecchetti, Deputato lombardo della Lega, Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati.




















