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Bià: Rainbowie Festival in occasione della festa Europea della musica

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Al Castello Visconteo dal 21 al 16 luglio le opere di Marco Bellomi, Ivano Boselli, Valentina Carrera, Liliana Casadei, Chiara Colombo, Fabio Cuman, Alan Fecola, Carlo Fontanella, Giuliano Grittini, Gerald Larson, Sebastiano Magnano, Stefano Mura, Giuseppe Orsenigo, Jenna Pallio, Virgilio Patarini, Anna Pluda, Agostino Povesi, Matteo Settegrana, Antonella Torquati

ABBIATEGRASSO – La figura di David Bowie è stata sin dal suo comparire sulle scene, prima inglesi e poi internazionali, un forte punto di richiamo estetico, sia per la forza della sua immagine polimorfa sia per la freschezza e libertà dei suoi messaggi. Nel corso della sua carriera poi ha stretto un legame sempre più forte con l’Arte attraverso le sue esperienze con la Factory di Warhol e poi anche facendosi collezionista di opere d’arte contemporanea. Considerando la sua storia non si può ignorare il Cinema e le sue partecipazioni in pellicole generalmente dal forte impatto emotivo, e la Poesia, con la quale si è relazionato sin dagli esordi ed ha forse avuto culmine nell’incontro con Borroughs nei primi anni ‘70.
David Bowie è una delle icone di Bellezza che ha attraversato più generazioni, spesso assimilato all’intramontabile icona che è stata Marilyn Monroe. Indistintamente uomini e donne, dai venti ai sessant’anni, di ogni ceto sociale e formazione culturale, tutti coloro che hanno un’anima anche solo leggermente ribelle non possono che essere attratti dal fascino che il trasformista inglese sapeva emanare sia in scena che nelle interviste. Il suo aspetto elegante e la sua placida intelligenza in ogni circostanza ipnotizzavano e continuano a farlo oggi per la loro semplicità e incisività.
Una carriera improntata alla ricerca della Bellezza in ogni singolo momento e della sua comunicazione al pubblico: una continua e interessantissima ricerca sartoriale, un trucco sempre al limite eppure significativo, oltre naturalmente alla poesia dei testi e delle musiche sperimentali. I suoi concerti sono sempre stati delle esperienze sensoriali a tutto tondo, in cui abiti, trucco, musica e luci erano una vera e propria esperienza teatrale (la sua formazione infatti viene dal mimo).
Nel campo della Moda è stato un anticipatore, influenzando nell’arco di quarant’anni le tendenze estetiche in tutto il mondo.

Molte campagne di moda e pubblicitarie si sono ispirate in maniera esplicita, soprattutto quando legate ad un immaginario fantascientifico, ai mondi e ai personaggi di Bowie.
La mostra “Rainbowie” vuole essere un omaggio alla sua immagine, da quella più popolare dei personaggi che si è inventato lungo la sua carriera alla più famigliare dei moltissimi servizi fotografici che l’hanno visto amato da fotografi e pubblico. Ogni artista attraverso il segno e il colore trasforma la Bellezza di Bowie nella propria Bellezza artistica. (Alessandro Baito)

DAVID BOWIE IN TOUR
Gli scatti di Massimo Rana catturano, con i loro alti contrasti e la precisione delle inquadrature, tutto il fascino e la magia e il magnetismo e la spettacolarità che contraddistinguevano i concerti di David Bowie. D’altro canto i colori vivaci di Daniele Pensavalle sanno rendere la forza e l’energia e la vivacità e il continuo trasformismo di un’icona che ha attraversato i decenni.
L’accostamento di queste due visioni è in grado di rendere ancor più evidente, se necessario, la complessità dell’immagine e del messaggio di uno degli artisti popolari più complessi che hanno abitato il passaggio dalla fine dell’incubo della Guerra Mondiale al cuore del Terzo Millennio.

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