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Bià, centri commerciali e ‘caso Motta Visconti’: gli errori (di comunicazione) della giunta Nai

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ABBIATEGRASSO – C’è un parallelo tra quanto sta succedendo a Motta Visconti (8mila abitanti) ed Abbiategrasso (32.400)? Motta ‘la piccola’ ha appena detto SI all’insediamento di un centro commerciale da appena 2.500 metri quadri (1.500 di vendita), Bià ha approvato ieri in giunta il piano commerciale avanzato da BCS e si appresterebbe (salvo smentite) a farlo per le altre decine di migliaia di metri quadri del piano ATS2.

In apparenza no, in realtà le analogie sono millanta che tutta notte canta. Specie in termini di comunicazione.

Cosa fa Primo De Giuli, sindaco di centrodestra (appena rieletto, quindi al secondo mandato? Facciamo un passo indietro: De Giuli è un uomo maturo, che ha fatto in tempo a frequentare i palazzi della politica ai tempi della Prima Repubblica e della Democrazia Cristiana in particolare. Assimilabile più a Roberto Albetti, che a Cesare Nai.

De Giuli prende ‘carta e penna virtuali’ e scrive ai cittadini dalla pagina Facebook del Comune, ricostruisce il lungo e sofferto iter, ammette che il centro commerciale NON era nel programma (come per Nai) ma che la giunta ha deciso di dire SI (come Nai) dopo attenta valutazione, consulto, esame della situazione commerciale cittadina, analisi comparative (come NON ha fatto Nai).

Rieletto il 26 maggio scorso, cosa fa De Giuli? Annuncia il sì sei mesi dopo, nella fase iniziale di un secondo mandato che tradizionalmente è più agevole per i sindaci (non hanno la fobia della rielezione).

Soprattutto, ed è la cosa più importante, in questo modo De Giuli e l’Amministrazione di centrodestra (altra analogia) GOVERNANO il processo di comunicazione, lo gestiscono, tengono il pallino e soprattutto- nella lunga lettera aperta pubblicata su Facebook- estraggono il coniglio dal cilindro: Avere in paese un investimento di tale portata, ci permetterà di mettere in atto delle iniziative anche a favore del commercio locale.
Avremo l’opportunità di utilizzare le somme acquisite per il miglioramento del decoro urbano e della viabilità, a vantaggio dei cittadini e di tutte le attività commerciali.

Punto, set, partita. Perché cosa è successo ad Abbiategrasso, dove peraltro non  è affatto detto che la minoranza organizzata e contraria al parco commerciale sia più consistente dei favorevoli all’insediamento, che spesso sono maggioranza silenziosa?

Il piano spunta in una commissione nel caldo torrido estivo, per quanto l’area sia edificabile da decenni (unico punto forte della comunicazione di Nai sul tema, in mezzo ad altre scelte che destano perplessità), scoppia la polemica ed a quel punto il Comune cosa fa? Rincorre. Dice, e non dice. Assume (sostiene Brunella Agnelli di Confcommercio, tendiamo a credere sia sincera) l’impegno di NON approvare nulla in giunta fino al 2020, poi però sui social si sparge la voce che FORSE qualcosa accadrà, mercoledì 18 la giunta approva il piano BCS E LA NOTIZIA INVADE LA RETE DA MEZZOGIORNO.

Fa sorridere (lo diciamo noi, che siamo internauti 100%) che chi si è lamentato del e col sottoscritto del meccanismo perverso che dominerebbe i social poi lo usi per diffondere la notizia (tant’è, in Italia si vendevano 7 milioni di copie cartacee di giornale 10 anni fa, oggi sono 2 milioni e mezzo: fate i vostri conti), ma il danno comunicativo resta: alla vigilia dell’ultimo Consiglio comunale dell’anno, i dissenzienti (a cinque giorni dal corteo di protesta) hanno un’altra occasione, non sembra loro vero, per alzare la voce e tenere alta l’attenzione sulla LORO BATTAGLIA, quella del no.

Attenzione: stiamo parlando di COMUNICAZIONE, non di scelte politiche, quelle sono sempre legittime e lo è anche quella di  Nai.

Ma noi cosa avremmo fatto? Magari una tabella comparativa con i metri di strutture commerciali e di edilizia privata costruiti DURANTE le giunte di centrosinistra (dove c’erano Pd e RIFONDAZIONE COMUNISTA) per dimostrare che chi urla alla cementificazione forse è stato più cementificatore di zio Paperone, avremmo aperto un tavolo di discussione con città e commercianti, avremmo prospettato CON CHIAREZZA BENEFICI E UTILITA’ per i negozi di Abbiategrasso (la Confcommercio cittadina è uno stakeholder importante, non si può far finta che non esista), avremmo magari gestito diversamente i dissensi interni.

Tutto quello che NON è accaduto in questi mesi. La Bcs e la famiglia Castoldi sono un simbolo della città: il loro piano di insediamento, ancorché validissimo sotto ogni profilo normativo (come del resto sembra chiaro), poteva e forse doveva essere gestito diversamente.

E invece la giunta Nai lo approva il 18 dicembre, smentisce quanto detto ai commercianti, fa girare la notizia e aizza i gruppi No Tangenziale e No parco commerciale, che per le 20.30 di stasera convocano un presidio di protesta in Consiglio comunale.

Image is everything, diceva sir Winston Churchill, uno dei più grandi statisti (pre Brexit) della politica europea e mondiale. E Cesare Nai, uomo di solide letture e profonda conoscenza storica, lo sa molto bene. La comunicazione è determinante, e su questo versante la partita centro commerciale vede la maggioranza in grave debito d’ossigeno. 

E’ un’osservazione laica, scritta da chi è certo che con dei toni barricaderi come quelli sentiti sabato l’abbiatense medio si porrebbe molti dubbi sul no al parco commerciale. Ma a forza di errori, la gente cambia anche idea.

Fab. Pro.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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