Oggi ricorre il ventunesimo anniversario della scomparsa del Presidente del Consiglio nonchè leader del Partito Socialista Italiano
I socialisti, i sinceri democratici, chi ama la libertà oggi ricorda Bettino Craxi in occasione del ventunesimo anniversario della sua morte, avvenuta in esilio in quel di Hammamet il 19 gennaio 2000.
Il 2020, in occasione del ventennale, era partito molto bene. Si era avviata, finalmente, con tanta fatica e con ancora molta ipocrisia, una lettura più approfondita, una rivalutazione, un riconoscimento della figura e del pensiero dello statista e leader socialista.
Purtroppo, tra le tante disgrazie di questo anno funesto, anche il dibattito intorno alla figura di Bettino Craxi ha subito uno stop.
Non si tratta di ricercare rivincite o di riscrivere la storia. E’ un esercizio, quello attorno alla figura, al pensiero, all’opera di Craxi che serve al Paese.
Credo sia oramai patrimonio di tutti, di tutti quelli che non intendono chiudere gli occhi e girare la testa dall’altra parte, riconoscere che oggi viviamo una situazione drammatica.
Una classe politica cialtrona, incapace, arruffona. Una classe politica che sta portando l’Italia nel baratro.
Questa classe politica è frutto dell’odio che dal 1992 si è sprigionato nel Paese, dove via via sono state delegittimate le istituzioni, i partiti, la politica.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ma proprio perché un popolo con la memoria corta non ha futuro, dobbiamo insieme ricordare chi furono i primi cattivi maestri: la magistratura politicizzata, i media, i poteri economici e finanziari internazionali, il Partito comunista/Ds/Pds/Pd, i Missini, poi la Lega.
Da questa degenerazione nacquero poi i grillini.
Il resto, ahimè, è storia recente e spaventosamente drammatica.
Un altro dato, oggi, va ricordato. Il movimento comunista in tutti questi anni non ha mai fatto i conti con la storia. Non ha mai saputo confrontarsi sui temi che il socialismo riformista, prima con Turati, poi con Nenni e infine con Craxi hanno posto innanzi a loro. Non ha saputo riconoscere i propri limiti ed errori, da Togliatti a Berlinguer. Ha preferito nascondere la storia sotto il tappeto.
E oggi i risultati sono questi: un Pd senza anima, servo muto dei 5Stelle e del Presidente per caso Giuseppe Conte. Sarebbe fin troppo facile fare paragoni, ad esempio tra questo Presidente del Consiglio e Bettino Craxi o tra un ministro degli Esteri di nome Giggino e un Gianni De Michelis.
Impietoso!
Noi che come Bettino amiamo in modo straordinario questa nostra Italia, viviamo da anni un’angoscia, una tristezza senza fine. Vederla così ridotta ci fa piangere il cuore.
Come ebbe a dire Craxi. “Ridurranno l’Italia in miseria, la venderanno, per poi umiliarla”.
Sic est.
Fabrizio Garavaglia