Bertolaso: in Lombardia 22mila defibrillatori

'In caso di arresto cardiaco ogni minuto è prezioso'

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Ogni anno in Italia circa 60mila persone muoiono per un arresto cardiaco improvviso, un fulmine a ciel sereno che può colpire in ogni momento e in ogni luogo: a casa, per
strada, in palestra o sul lavoro. Le prime manovre di soccorso -rianimazione cardio-polmonare e uso del defibrillatore – possono aumentare le chance di sopravvivenza del 4-6% ogni minuto. Per rendere ancora più efficace questa ‘catena salvavita’, la Regione Lombardia ha approvato, su proposta dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso, la
delibera ‘Indicazioni regionali sull’utilizzo dei defibrillatori automatici/semiautomatici esterni (Dae) e sull’attivazione dei progetti di defibrillazione precoce’, elaborate da Areu – Agenzia
regionale di emergenza urgenza. Il provvedimento – spiega Palazzo
Lombardia – recepisce le più recenti linee guida internazionali di
European Resuscitation Council (Erc) e American Heart Association
(Aha), redatte sulla base dalle evidenze scientifiche fornite da Ilcor
(International Liaison Committee on Resuscitation), aggiornando e
consolidando il quadro regionale in materia di defibrillazione
precoce.

Complessivamente – riporta una nota – la Lombardia può contare su
oltre 475mila operatori laici certificati Blsd (Basic Life Support
Defibrillation) e su oltre 22mila defibrillatori di pubblico accesso
censiti nella piattaforma Paddles (Public Access Defibrillation Data
Location System): 2.774 per la provincia di Bergamo, 3.436 per
Brescia, 1.402 per Como, 718 per Cremona, 832 per Lecco, 522 per Lodi,
1.617 per Monza-Brianza, 6.656 per Milano, 994 per Mantova, 1.105 per
Pavia, 551 per Sondrio, 1.837 per Varese più altri, per un totale di
22.444 dispositivi.

Negli ultimi anni il numero di interventi
effettuati utilizzando i defibrillatori installati sul territorio è in
costante aumento: dai 339 del 2021 ai 428 del 2024, con una proiezione
che conferma un ulteriore incremento. Nel 2024 le Sale operative di
emergenza urgenza hanno fornito istruzioni telefoniche per le manovre
di rianimazione cardiopolmonare di base nel 78% dei casi di sospetto
arresto cardiaco in luogo pubblico, mentre un Dae pubblico è stato
utilizzato nel 25% dei pazienti. In regione operano oggi 3.950
istruttori Blsd per operatori laici, di cui circa 3mila formati
direttamente da Areu, e dal 2016 l’agenzia ha formato 443.630
cittadini all’utilizzo del Dae e alle manovre salvavita.

“Le manovre di rianimazione cardiopolmonare e l’utilizzo del Dae sono
strumenti essenziali per salvare vite umane – dichiara Bertolaso –
Ogni minuto è prezioso in caso di arresto cardiaco e la formazione dei
cittadini su queste tecniche può fare la differenza tra la vita e la
morte. Con questa delibera puntiamo a rafforzare la rete di emergenza
sul territorio, promuovendo la diffusione dei defibrillatori e la
formazione della popolazione. Ancora una volta, investire nella
prevenzione significa investire nella sicurezza e nella salute di
tutti”.

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