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Berlusconi, problemi ematici. Repubblica e Corriere parlano di leucemia

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MILANO Problemi ematici che destano grande preoccupazione. E’ questa, secondo quanto raccolto dall’ANSA da fonti sanitarie la patologia che ha causato l’aggravamento delle condizioni di Silvio Berlusconi ricoverato da ieri mattina alla terapia intensiva del San Raffaele.

Ma l’unico a poter dare informazioni pubbliche sullo stato di salute di Berlusconi è il professor Zangrillo, primario di anestesia dell’ospedale e medico personale dell’ex premier.
Repubblica.it e Corriere.it, questa mattina, parlano di una leucemia per il presidente di Forza Italia.

“Non posso entrare in merito cosi’ specifico. Non mi risulta quello che dicono sulla leucemia”. Lo ha detto il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, ospite di “Non Stop News” su Rtl 102.5 parlando delle condizioni di Silvio Berlusconi, ricoverato da ieri all’ospedale San Raffaele di Milano, e dei rumors sulla sua presunta leucemia. “Tutto il mondo e’ preoccupato per Berlusconi, che lascia il segno della sua attivita’. Oggi ci sara’ un bollettino medico che mi auguro dia sollievo. E’ molto vicino alla sua famiglia”, ha aggiunto Barelli. “Pensa a Forza Italia e al futuro del Paese”, ha concluso.

PARLA LO PNEUMOLOGO”La polmonite, che può essere batterica, virale, causata da microrganismi atipici o altri agenti patogeni, è una malattia seria che colpisce in particolare soggetti con un sistema immunitario indebolito come bambini piccoli e anziani, con difese immunitarie fragili”. Ma “il vero problema in un paziente grande anziano come è Berlusconi sono le comorbilità, e sappiamo che il Cavaliere ne ha parecchie, soprattutto di natura cardiovascolare. La polmonite può diventare un fattore precipitante delle condizioni cliniche”. Lo spiega lo pneumologo Sergio Harari in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. Quotidiano che per il leader di Forza Italia parla anche di “una grave malattia del sangue: leucemia”. La polmonite “rappresenta una delle principali cause di decesso in età avanzata – ricorda Harari, direttore di Pneumologia all’ospedale San Giuseppe MultiMedica di Milano e professore di Medicina interna all’università Statale del capoluogo lombardo – Ogni anno in Italia si verificano 9mila morti per polmonite, il 90% delle quali riguarda pazienti over 65 o/e con fattori di rischio. La mortalità nel nostro Paese, seppur non trascurabile, è una delle più basse in Europa”. L’infezione “si trasmette per via aerea, attraverso il contatto con secrezioni, starnuti, saliva. Le polmoniti si contraggono nella normale vita quotidiana, ma anche in ospedale, dove possono albergare ceppi batterici più aggressivi e resistenti agli antibiotici, che possono rendere la malattia più grave”. I suoi sintomi più tipici sono “febbre, tosse stizzosa (più tipica nella polmonite virale) o grassa (più frequente nella polmonite batterica), stanchezza, sudorazioni, mancanza di fiato, costrizione toracica”. Tornando all’ex premier, che cosa significa il ricovero in terapia intensiva? “Potrebbe trattarsi di un ricovero a scopo cautelativo, considerate le sue patologie – ragiona Harari – Tuttavia il fatto che si trovi in un’area così protetta lascia intendere che la situazione non è banale e che la problematica desta problemi nell’ambito medico, con probabile insufficienza respiratoria”. La polmonite bilaterale da Covid che colpì Berlusconi nel settembre 2020 può avere influito? “Chi è stato a lungo ricoverato in terapia intensiva può soffrire di un danno permanente nel tempo – risponde l’esperto – con maggiore fragilità polmonare, ma non è questo il caso del Cavaliere”.

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