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Autismo: serve una risposta integrata

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L’obiettivo è foto 4foto 2creare dei percorsi per rendere autonomi questi “ragazzi speciali”. Massimo Garavaglia: “A settembre partiranno le prime esperienze, grazie ai nostri centri di formazione professionale e al mondo dell’impresa”

LEGNANO – “Sino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile ritrovarsi qui con una sala così gremita. Questo certamente è un segnale importante, significa che nella lotta all’autismo non siamo soli”. Così Lucio Moderato psicologo e psicoterapeuta, in apertura del convegno svoltosi questa mattina a Legnano, presso il palazzo Leone da Perego, in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger.

Un confronto a più voci dentro al quale sono state sentite le istituzioni, la scuola e il mondo delle imprese – ovvero i tre soggetti che debbono interloquire tra loro per offrire delle soluzioni il più possibile “cucite su misura” ai ragazzi con disturbi dello spettro autistico – oltre ad alcune emozionanti esperienze dirette.

Moderato che è Direttore dei Servizi Diurni e Territoriali della Fondazione Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone ha posto l’accento sulla problematica di fondo, ovvero, che per la legge italiana i soggetti autistici ‘esistono’ sino a 18 anni. “Ma con il compimento della maggiore età – ha ricordato – non è che l’autismo sparisca. Anzi”.  Soprattutto perché le statistiche parla di un aumento di questo genere di disturbi con il rapporto  che è di uno a ottanta.

“I ragazzi autistici – ha denunciato Moderato – non vanno in giro in carrozzina, perciò rischiano di passare per invisibili”. Di fatto, quel che conta è offrire loro un approccio non tradizionale. “Lavoro con gli autistici dal 1976 – ha rivelato Moderato –  sono persone diverse,  ma non solo malate. E’ necessario perciò passare dal paradigma della cura a quello dell’educazione. E per fare questo – ha aggiunto – è necessaria una prospettiva interdisciplinare. Oggi i fondi per l’autismo ci sono. Bisogna alzare il livello dell’offerta qualitativa e renderla omogenea”.

Su questo versante, certamente, molto può fare la scuola. Laura Stampini referente dell’Ufficio Scolastico della Città Metropolitana ha così “scattato” un fotografia sullo stato dell’arte nelle nostre scuole. “Oggi – ha detto – l’inserimento di questi ragazzi va inquadrato come un processo collettivo e non solo a carico dell’insegnante di sostegno. E’ un percorso culturale sul quale occorre fare ancora molto”. Complessivamente nel territorio della Città metropolitana sono oltre 13 mila gli alunni con differenti disabilità, di questi 2.250 frequentano la scuola secondaria superiore.

“E’ un dato interessante – ha commentato – in quanto, significa che questi studenti non si limitano alla scuola dell’obbligo”. In totale sono 7 mila le cattedre per insegnanti di sostegno distribuite tra Milano e il tessuto metropolitano in un rapporto di 1,8 (ovvero un docente per poco meno di due alunni con disabilità). “Qui il trend è in miglioramento – ha ribadito Stampini – sono nati anche degli sportelli di counselling. Inoltre, è aperto un tavolo di confronto con Città Metropolitana, Università e Afol”. Un “cambiamento epocale” a tratti è venuto anche grazie alla legge 107 del 2015 sull’alternanza scuola lavoro, che oggi abbraccia anche i percorsi liceali dove la parte pratica veniva storicamente sempre lasciata in subordine.

“Ma il tema di fondo – ha colto la palla al balzo l’assessore regionale all’Economia Massimo Garavaglia – è fare in modo che queste prime esperienze con il mondo del lavoro divengano stabili”. Su questa partita, l’esponente della Giunta lombarda ha ricordato “l’approccio integrato” fatto proprio da Regione Lombardia. “E’ fondamentale remare tutti nella stessa direzione. Siamo partiti con una sperimentazione, per capire quali fossero i percorsi più efficaci da andare a stabilizzare ed è quanto abbiamo fatto. Adesso però – ha annunciato Garavaglia – si tratta di fare uno sforzo ulteriore e cercare di offrire risposte serie a chi ci domanda cosa accade a questi ragazzi dopo i 18 anni. Noi vogliamo evitare il parcheggio – ha detto l’assessore lombardo – per far questo occorre mettere insieme il meglio che offre la nostra Regione sul fronte della formazione professionale. Pensiamo a percorsi con il sostegno di Assolombarda così da renderli autonomi”. Già da settembre ha anticipato Garavaglia partiranno le prime esperienze in tal senso, grazie anche all’aiuto di alcune imprese disponibili a giocare insieme questa sfida.

RTN

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