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ROMA (ITALPRESS) – Seconda alba di guerra con attacchi incrociati fra Israele ed Iran. Teheran ha lanciato massicci attacchi missilistici di rappresaglia, bombardando Gerusalemme, Tel Aviv Ramat Gan, Haifa ed altre città, provocando secondo un primo bilancio 4 vittime e una ottantina di feriti.
L’Israel Defense Forces e il Mossad, l’intelligence israeliana, hanno proseguito la sistematica distruzione di siti nucleari, basi militari, infrastrutture strategiche e leadership militari islamiche su tutto il territorio iraniano. Nelle ultime ore aerei da combattimento israeliani hanno bombardato una base militare nella citta’ di Zanjan, a circa 325 km da Teheran, nell’Iran settentrionale.
Nonostante sia uno dei più grandi siti atomici del Paese il deposito di combustibile nucleare che si trova fuori dall’antica capitale Isfahan non é stato tuttavia colpito. Israele si é mantenuto alla larga perché bombardare il deposito di stoccaggio provocherebbe il rilascio di radiazioni, trasformando di fatto l’impianto in una bomba sporca. L’obiettivo principale dello stato ebraico é quello di impedire che il regime degli ayatollah possa realizzare armi nucleari.
Quello collaterale il rovesciamento dell’intera struttura del governo islamico che ha riprecipitato l’Iran nel medio evo e reprime con spietata ferocia il dissenso popolare. Il portavoce militare israeliano, il generale di brigata Effie Defrin, ha dichiarato che l’operazione é “ancora all’inizio”.
Ma é evidente che non c’é una tempistica precisa e gli attacchi israeliani potrebbero durare diverse settimane. Il first strike dell’alba di venerdì, con la distruzione delle difese aeree di Teheran ha dato ad Israele una significativa libertà di movimento nei cieli iraniani, aprendo la strada a ulteriori attacchi.
Tanto che la rappresaglia iraniana é limitata al lancio di missili balistici e droni. I sistemi di difesa aerea terrestri statunitensi nella regione stanno contribuendo ad intercettare ed abbattere i missili iraniani, aggiungendosi all’Iron Dome, l’apparato multilivello israeliano in grado di fornire diverse opzioni per abbattere droni e missili a lungo raggio.
Il fuoco incrociato tra Israele e Iran ha interrotto la rotta est-ovest attraverso il Medio Oriente, una rotta aerea chiave a livello globale, mentre l’ escalation del conflitto sta provocando un effetto domino sui mercati finanziari, già provati da mesi di incertezza per il caos dei dazi scatenato dal Presidente americano Trump.
I trader temono la scarsità di offerta di materie prime e tornano a puntare sui beni rifugio. I listini asiatici, europei e statunitensi segnano perdite decise, inferiori tuttavia a quelle delle peggiori giornate interessate dagli annunci sui dazi. I prezzi del petrolio sono saliti rapidamente, per paura di una restrizione dell’offerta.
I futures sul petrolio sono schizzati di oltre il 13% nell’intraday, chiudendo le contrattazioni al Nymex con un rialzo dell’8%, riaccendendo i timori di un nuovo picco dell’inflazione. I futures europei sul gas naturale al Ttf sono saliti di quasi il 5%, superando i 38 euro/MWh, il livello più alto dall’inizio di aprile.
Oltre ai rischi geopolitici, altri fattori contribuiscono alla pressione al rialzo sui prezzi del gas, gli analisti prevedono un calo della produzione di energia eolica nel fine settimana nell’Europa nord-occidentale, con conseguente riduzione dell’offerta di energia rinnovabile.
Il prezzo dell’oro é balzato di oltre l’1%, superando i 3.420 dollari, avviandosi verso il massimo storico raggiunto ad aprile scorso di 3.500,05 dollari, con gli investitori in cerca di sicurezza nel contesto di crescenti tensioni geopolitiche e incertezza economica. Assieme all’Ucraina i mercati internazionali seguono con crescente preoccupazione l’evolversi di quella che si preannuncia come l’ultima guerra convenzionale per scongiurare un conflitto nucleare.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)