Entro il 31 marzo, oltre 4 milioni di aziende italiane, piccole, medie e grandi, avranno l’obbligo di stipulare contratti assicurativi a copertura di danni materiali causati da calamità naturali ed eventi catastrofali
La deadline è il 31 marzo 2025. Entro quella data, oltre 4 milioni di imprese italiane, circa 800mila in Lombardia, saranno obbligate a stipulare contratti assicurativi a copertura di danni materiali direttamente causati da calamità naturali ed eventi catastrofali. Questa la decisione del Governo che, causa ritardo nella definizione del quadro normativo, rischia di mettere in seria difficoltà un numero enorme di aziende che avrebbero a disposizione meno di un mese di tempo per sottoscrivere la polizza assicurativa.
“La conferma del termine del 31 marzo per l’entrata in vigore dell’obbligo di stipulare contratti assicurativi a copertura di danni materiali direttamente causati da calamità naturali ed eventi catastrofali ci ha purtroppo fortemente contrariato – afferma Giovanni Bozzini, Presidente di CNA Lombardia -. Si tratta di un obbligo, lo dico sinceramente, che suona come un ulteriore gravoso balzello: ancora una volta, in questo Paese non si mette in sicurezza il territorio, non si rafforzano tempi e modalità di soccorso, ma si scarica tutto sulle spalle dei contribuenti, e specialmente delle micro e piccole imprese.”
“Questo obbligo investe oltre 4 milioni di imprese italiane, circa 800mila in Lombardia, che avrebbero a disposizione pochissime settimane per sottoscrivere contratti assai articolati e complessi – spiega Stefano Binda, Segretario di CNA Lombardia -. Queste imprese hanno a disposizione solo dal 27 febbraio il decreto contenente il regolamento attuativo. Alle imprese servirebbero tempi e modi per valutare e comparare le offerte, secondo un criterio di vera e propria libertà di mercato.”
Secondo CNA Lombardia si tratta di una disposizione a tutto vantaggio delle compagnie assicurative, che non tiene conto delle tempistiche limitate e dei fardelli burocratici che inevitabilmente ne conseguono, tutto a discapito delle imprese e degli imprenditori.
“Oltre che un onere gravoso sulle spalle delle imprese italiane, la percezione generale è che si tratti di una disposizione che costruisce per le compagnie assicurative i presupposti per ulteriori grandi profitti, ma anche una partita di non poco conto a vantaggio dell’erario – sottolinea Bozzini -. Mi chiedo se gli ingenti introiti fiscali dell’operazione, in primis il gettito IVA dei premi, verranno impiegati per mettere in sicurezza il territorio, le nostre comunità, i nostri territori. Per questo chiediamo al Governo una proroga ad almeno il 31 dicembre 2025 e la messa a disposizione di strumenti utili al controllo e alla comparazione delle offerte assicurative. In altre parole: contestiamo l’obbligo e contestiamo il modo in cui quest’obbligo viene calato dall’alto sulla testa delle nostre imprese.”
La Confederazione nazionale dell’Artigianato sottolinea anche come l’obbligo assicurativo previsto dal Governo non assicuri al momento condizioni di effettiva equità e concorrenza tra le compagnie del ramo “incendi ed elementi naturali”, nel quale si realizza una vera e propria concentrazione, con le prime 4 compagnie che incassano il 62% dei premi in Italia.