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“Ascoltati da noi per voi di Claudio Trezzani”: John Schneider – “Redneck Rebel” (2019)

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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Per chi come me ha vissuto l’adolescenza a cavallo fra gli anni ’80 e ’90, è stato testimone dell’invasione (grazie al cielo) delle serie tv americane che per quanto mi riguarda hanno influenzato il mio mondo, il sogno degli Stati Uniti è cominciato da lì e se devo scegliere una delle serie che in assoluto ho amato di più e sognato di più è stata di certo Hazzard (originale : The Dukes Of Hazzard). La storia di due cugini, della loro cugina, del loro bonario zio e delle avventure a bordo della loro Dodge Charger del 1969 colorata di arancione e con la bandiera confederata sul tetto : il Generale Lee nelle campagne del sud degli Stati Uniti. Ecco John Schneider per noi italiani sarà sempre Bo Duke, uno dei due cugini, il biondo, la cosa che invece qui non è mai arrivata è la sua musica, il suo country che negli anni gli ha fatto ottenere numerosi riconoscimenti. Se cercate su wikipedia infatti la versione italiana non riporta neanche la sua carriera musicale mentre la versione americana la tratta in maniera esaustiva, il country non è un genere di presa commerciale qui, purtroppo.

Il disco in questione è uscito quest’anno e ci propone il nostro nelle vesti di countryman influenzato dal southern rock proprio delle terre dove era ambientata la fortunata serie tv. Un disco ben prodotto e suonato come si deve che si apre con Never Gonna Let Her Go, un brano cadenzato sorretto da un bel riff di chitarra e dalla voce potente e credibile di Schneider, tipico country rock da suonare e ballare nei fumosi locali del sud, splendido l’inserimento del pianoforte prima dell’assolo di chitarra.

Nothing To Do With Love avrebbe potuto essere suonata e amata al Boar’s Nest (il locale della serie tv, n.d.a.) , bellissimo country allegro e solare, con la chitarra sempre sugli scudi e con la nota di colore del beep che copre le parolacce. Il suono è ispirato al southern rock ma ha un’anima veramente country come in What The Buck, anche qui le balere country (anche nostrane) dovrebbero usarla per movimentare le serate.

Forse la più rock del lotto è Bow Chicka Wow Wow, qui l’ispirazione a Molly Hatchet e Lynyrd Skynyrd, padri del southern rock, è marcata e il risultato è una divertente canzone americana fino al midollo che la voce di Schneider impreziosisce con un’altra convincente prestazione e un assolo di chitarra di qualità.

Verso il finale il disco mantiene il feeling di rock sporco e paludoso anche grazie a canzoni come Southern Rock Survivor, quasi un omaggio alla musica che ama, chitarre che graffiano l’aria e profumo di whiskey.

In definitiva un bellissimo disco di rock dall’anima country che meriterebbe di essere conosciuto anche alle nostre latitudini, non fosse altro per la curiosità di sapere qualcosa in più sulla carriera di un attore che con il suo Bo Duke ha riempito i pomeriggi di tanti adolescenti sognatori degli anni ’80.

Leggetevi poi se avete tempo anche la sua storia fra tragedie personali e rinascite, una vita non banale ma sempre all’insegna della musica e del cinema, un artista che avrebbe meritato più fortuna come dimostra questo splendido disco.

Buon ascolto.

Claudio Trezzani

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