Il Texas è immenso, uno stato sconfinato e che è in pratica una cosa a parte rispetto a tutti gli Stati Uniti e nella musica questo si riflette nel grandissimo rifornimento di talenti unici per il country e il rock.
La musica è nell’aria, nell’acqua, nella vita quotidiana dei texani. Ci sono città che vivono di musica e il country è in assoluto la musica che più è associata allo stato e se poi è country indipendente, ecco è il massimo. Da amante di artisti indipendenti, di nicchia ma assolutamente di talento, non potevo lasciarmi sfuggire la possibilità di parlarvi di Tom McElvain.
Tom viene da Wichita Falls, TX ed è un vero proprio troubadour, un cantastorie dall’animo intriso di perdite, angosce e bevute al bar, un autore che si è fatto le ossa in anni e anni di live club polverosi e vita di strada. Tutto questo lo potrete trovare nelle sue splendide canzoni, che sono tutte piccoli gioielli di country intriso di blues e rock, un crossover davvero intenso e piacevole. McElvain è un autore sopraffino, uno che scrive canzoni eccezionali ed è uno dei più sottovalutati nel giro dei grandi artisti country, ma il pubblico di appassionati, quello che si abbevera alle fonti della musica vera e indipendente lo conosce, eccome se lo conosce! Ha collaborato, è amico e ha scritto canzoni con l’icona vivente del country indipendente texano, Cody Jinks e non due canzoni da nulla, ma forse fra le più belle e intense del barbuto da Fort Worth : Rock and Roll e Gray. Due gioielli lirici e musicali che ogni amante della musica di qualità dovrebbe aver ascoltato almeno una volta nella vita. Il suo nome quindi è ben noto e questo suo terzo album è la dimostrazione di che spessore di artista abbia raggiunto ormai il nostro Tom.
Non è un disco nuovo e appena uscito, ma va assolutamente scoperto (assieme alla nuova uscita che è del 2020 e cioè Lost Whiskey Tapes), registrato ai mitici Sonic Ranch Studios di Tornillo, TX, dove per dirne uno Cody Jinks ha sfornato uno dei suoi dischi più belli (Adobe Sessions, 2015) e prodotto da Joe Austin e Charles Godfrey, è composto da 11 pezzi autografi e una cover (la stupenda House of the Rising Sun). Un disco che è stato definito un viaggio struggente e intenso attraverso gli ultimi 20 anni della vita di questo cantautore dal talento sconfinato come la sua terra natale, non un pezzo brutto, non un riempitivo ma solo la sensazione di trovarci di fronte ad un fuoriclasse del country indipendente.
Il disco si apre con un fischiettare molto western e il sapore del pezzo Lady in Red è quello, una cavalcata nel deserto, una ballata potente sorretta da un bel giro di chitarra e da un testo davvero potente che ci parla di abuso di droghe e di una pesante notte che pare non finire più.
Why si apre solare, con la voce di McElvain così potente e intensa che lascia tracce nell’anima così come le sue parole mai banali, un padre che non c’è mai stato per i suoi figli in effetti non deve sentirsi benissimo e fare ammenda pare difficilissimo e doloroso. L’assolo spezza l’atmosfera e la ritmica vi avvolge in questo viaggio assolutamente non banale e scontato.
La produzione esalta il suono pulito e potente e ci sono pezzi uno più bello dell’altro come la struggente ballata Crank Thinking, un viaggio oscuro e profondo nei demoni che hanno infestato la vita di McElvain, un’abilità eccezionale di trasformare una canzone acustica in un epico viaggio accompagnati da un suono asciutto e da una voce potente ed espressiva a livelli altissimi. Uno dei pezzi più belli, se non il più bello di un disco zeppo di canzoni stupende.
Con Miracles, un brano che lascia una scia di ottimismo e fede nel divino, inizia la parte del disco più aperta e solare, la voce non ve lo sto nemmeno a dire è fantastica, ma il suono che esce dalle casse è country, è rock, è musica che è una cura per le anime perdute.
Joe Austin, produttore del disco ha confidato che gli ultimi pezzi del disco, caratterizzati appunto dalla redenzione del titolo del disco, sono stati possibili solo grazie all’amore della moglie Christi per McElvain, una donna che con la sua presenza ha salvato letteralmente la vita ad un uomo che si stava perdendo per sempre. E difatti si sente sia nei testi che nelle atmosfere molto più aperte e il meraviglioso suono del disco esplode in uno splendore di country da strada davvero che lascia quel sapore piacevole e quella voglia di riascoltare subito. Il suono di violino di Heres to You è il perfetto esempio, al momento giusto al punto giusto di un pezzo splendido, un artista che ha aperto completamente la sua anima all’ascoltatore, regalando un gioiello di musica d’autore, che si conclude con una versione lenta e avvolgente di uno dei pezzi più coverizzati della storia della musica, The House of The Rising Sun (pezzo tradizionale di autore ignoto suonato da tantissimi artisti), in cui Tom McElvain regala una prestazione vocale così intensa da lasciare senza parole, sembra scritta per lui, la sua sei corde e la sua ugola magica. Un capolavoro, così come il resto di questo sottovalutato disco che consiglio di scoprire immediatamente, non ve ne pentirete amici.
Claudio Trezzani by Trex Roads www.trexroads.altervista.org
(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link : https://trexroads.altervista.org/redemption-tom-mcelvain-2018-english/