ARLUNO Un appuntamento di quelli da segnare col circoletto rosso, da non mancare, imperdibile. La facciamo breve, perché giovedì 20 aprile (dalle 20, è pure facile da ricordare..) la Petite Boite di Simona, Beatrice e Antonio porta a cena il Barbacarlo di Lino Maga.
Sarà una vera e propria verticale di vini (ossia, degustazione di più annate della stessa etichetta) con un vino che è leggenda: il Barbacarlo di Lino Maga, icona dell’enologia lombarda e italiana.
Ovviamente assieme alle varie annate lo staff della Petite Boite porterà a tavola un menù davvero sfizioso: gnocco fritto con salumi dell’Oltrepo (il Barbacarlo nasce lì), a seguire risotto alle verdure mantecato col Parmigiano e spezzatino di manzo garonnese con purea di patate del Ticino.
La degustazione viene proposta a un prezzo eccezionale (30 euro), prenotarsi quanto prima al 3319113311
LA LEGGENDA DI LINO MAGA
L’inizio della lunga carriera di produttore di Lino Maga si può ricondurre a dieci anni prima della fantomatica legge, nel 1953, al ritorno della leva militare svoltasi a Palermo, dopo qualche bisticcio con il padre a causa delle idee innovative di voler imbottigliare tutto il vino e stanco di assistere alle compravendite dei mediatori che commerciavano a bassi prezzi, senza valorizzare prodotto e territorio.
Una rivoluzione che è partita proprio dal giovane Lino ed è stata la svolta commerciale dell’azienda, che conta ancora qualche rara bottiglia del finire degli anni ’50.
Barbacarlo prende il nome dall’appezzamento che gli è stato lasciato in eredità dal già citato zio Carlo (in dialetto “zio” viene indicato con il nome di “Barba”) ed è una delle rarissime realtà a chiamarsi con il toponimo della zona dove sono situate le vigne. Circa diciotto ettari, di cui ne vengono
Quello di Lino Maga è uno dei grandi nomi del vino italiano, uno di quelli che se si beve per passione prima e poi si incontrano e da cui il passaggio è obbligato. E così dal suo Barbacarlo, il vino più celebre dell’Oltrepò Pavese, capace di sfidare il tempo come pochi altri, nominato per la sua incredibile qualità da Mario Soldati e tanto amato da due storici amici di Lino, prima ancora che grandi personalità e penne del vino italiano: Gino Veronelli e Gianni Brera.