«A Gaza i nostri colleghi non muoiono solo sotto le macerie degli ospedali bombardati. Muoiono anche consumati dalle stesse malattie che cercano di combattere, muoiono senza più cibo né acqua, insieme alla popolazione civile che avrebbero voluto proteggere. Non c’è più distinzione tra pazienti e curanti: tutti sono vittime, tutti sono bersaglio. È l’immagine più crudele di una guerra che cancella ogni diritto e che colpisce il cuore stesso della nostra professione.
Le notizie che giungono dal Medioriente sono devastanti e non possiamo restare in silenzio di fronte all’ennesima tragedia che colpisce in modo indiscriminato civili e professionisti della salute». Sono le parole di indignazione e rabbia del presidente del Nursing Up, Antonio De Palma.
Secondo i dati più recenti di fonti internazionali accreditate, oltre 1.300 operatori sanitari hanno perso la vita dall’inizio del conflitto, tra cui centinaia di infermieri e ostetriche. Il 95% delle strutture ospedaliere risulta oggi danneggiato o completamente fuori uso, rendendo impossibile l’accesso alle cure per una popolazione stremata.
La morte negli ospedali, tra le epidemie e gli stenti
Molti infermieri e professionisti sanitari hanno perso la vita sotto i bombardamenti che hanno distrutto ospedali e ambulanze, colpendo luoghi che dovrebbero essere neutrali e protetti dal diritto internazionale. Altri sono morti perché impossibilitati a ricevere cure, a causa del crollo totale del sistema sanitario, o perché colpiti dalle stesse epidemie che tentavano di contenere.
Non pochi operatori sono morti di stenti e di fame, insieme alla popolazione civile, in un contesto in cui già oltre 300 persone, tra cui molti bambini, risultano decedute per malnutrizione. È l’immagine più estrema di una guerra che cancella il diritto alla vita, alla cura e alla dignità.
«Il sacrificio degli infermieri di Gaza – sottolinea De Palma – è un grido che non può cadere nel vuoto. Parliamo di donne e uomini che hanno continuato ad assistere i pazienti fino all’ultimo istante, pagando con la propria vita la scelta di restare fedeli alla missione di cura. Non possiamo accettare che in un conflitto del nostro tempo si cancellino così brutalmente i pilastri del diritto alla salute e del rispetto delle regole umanitarie».
Il Nursing Up esprime vicinanza e sostegno alle iniziative di digiuno e solidarietà che tanti infermieri italiani, tra cui numerosi iscritti al sindacato, attraverso i coordinamenti regionali, hanno spontaneamente avviato nelle ultime settimane e che continueranno con nuove iniziative. «Il loro gesto – continua De Palma – ci ricorda che la nostra professione non conosce confini e che la difesa dei diritti umani passa anche attraverso atti simbolici di partecipazione e denuncia».
Appello sentito e forte al Governo italiano da parte del Nursing Up: non restare con le mani in mano
A nome del Nursing Up, il Presidente Antonio De Palma rivolge un accorato appello al Governo italiano: non lasci nulla di intentato per fermare questa strage insensata. Siamo di fronte a una drammatica realtà: oltre 62.000 vittime a Gaza, tra cui decine di migliaia di donne, uomini e bambini innocenti, troppi dei quali falciati da malnutrizione e dalla stessa assenza di cure che gli infermieri cercavano di garantire, ormai impossibilitati a operare.
Davanti a questa tragedia senza precedenti, il Nursing Up chiede al Governo italiano di agire con urgenza e concretezza:
Mobilitare ogni canale diplomatico per ottenere la cessazione immediata delle ostilità e l’apertura di corridoi umanitari sicuri
Garantire protezione legale e sanitaria nei confronti degli operatori sanitari che continuano a operare in condizioni drammatiche
Sostenere e rafforzare le iniziative di solidarietà promosse dagli infermieri italiani, affinché non restino soli nel gridare che ogni vita conta, ogni infermiere contaminato da fame o malattia è la sconfitta dell’umanità intera
Salvare gli infermieri e i medici a Gaza significa difendere il diritto universale alla cura e alla dignità. È ora che le parole si traducano in fatti.
Nursing Up, quindi, attraverso la voce del Presidente De Palma, chiede alla comunità internazionale, alle istituzioni italiane e alle organizzazioni sanitarie mondiali, di garantire corridoi umanitari sicuri e protezione immediata per i professionisti della salute e per la popolazione civile di Gaza.
«Non è più tempo di parole – conclude De Palma – servono azioni concrete, verificabili e immediate da parte della comunità internazionale e delle istituzioni mondiali, per fermare l’orrore. Soprattutto difendere gli infermieri e i medici di Gaza significa difendere l’essenza stessa della cura e dell’umanità».